Di Anna Adamo
Quella di Roberta Gandolfo, ventiduenne siciliana, non è una storia come le altre.
É la storia di un sogno apparentemente irrealizzabile.
É la storia di chi sa che nella vita non importa quante volte si cada, ma quante volte ci si rialzi dopo essere caduta.
É la storia di chi sa che siamo esattamente la somma di tutti i limiti che superiamo.
Quei limiti che la giovane siciliana cerca di superare ogni giorno grazie alla danza.
Ebbene si, Roberta é una ballerina. Una ballerina speciale,poiché affetta da tetraparesi spastica, una patologia che le ha paralizzato gli arti per anni.
Tutti le dicevano che non sarebbe mai potuta diventare una ballerina e tanti sono stati i maestri di danza che le hanno sbattuto le porte in faccia, ma lei e i suoi genitori non si sono mai arresi.
Era sicura che prima o poi avrebbe trovato qualcuno capace di darle l’opportunità di danzare.
Quell’ opportunità che é arrivata per puro caso, quando ad una serata organizzata nel paese in cui vive, incontrò Noemi Santoro, maestra della scuola The Queen of Dance.
Tra le due fu “amore a prima vista”.
“Lei è il mio angelo. Mi è bastato guardarla per capire che sarebbe stata la persona giusta per me, capace di realizzare finalmente il mio sogno. Insieme a lei, infatti, ho iniziato un percorso di costante allenamento e dedizione verso questa meravigliosa disciplina é che la danza”, spiega Roberta con voce rotta dall’emozione.
“Quando vidi per la prima volta Roberta, prosegue Noemi Santoro, mi chiesi cosa volesse da me quella ragazzina. Ero molto giovane e non avevo ancora tutta questa esperienza con persone con disabilità. Con il passare del tempo, guardandola, ho capito realmente quanto talento ci fosse in lei”.
La passione e la forza di volontà della giovane ballerina, però, fanno ancora oggi a pugni con una società in cui purtroppo si tende a vedere i disabili per le cose che non possono fare e non per quello che, invece, sono capaci di fare nonostante la loro condizione.
“Gli sguardi dei nuovi arrivati a scuola di danza a volte mi demoralizzano, ma non ho mai pensato, neanche per un istante, di smettere di danzare, perché ho sempre voluto e voglio inseguire i miei sogni. Inoltre, quando inizio a ballare, dimentico tutto ciò che mi sta intorno”.
Sono parole forti e chiare,quelle di Roberta.
Sono parole di crede veramente in quello che fa, di chi ha preso consapevolezza di essere sulla strada giusta. La strada che l’ ha portata a diventare campionessa italiana di danze paralimpiche insieme a Federico Montemaggiore, che da qualche tempo la accompagna durante le sue performance.
“A livello nazionale, spiega Noemi Santoro, sono pochissimi i maestri di danza che si prendono la responsabilità di offrire alle persone con disabilità la possibilità di ballare. Io, ad esempio, sono l’unica siciliana ad aver inserito nella mia scuola un corso di danza per ragazzi con disabilità. Al momento i ballerini con disabilità sono tre, dei quali Roberta è stata la prima. Bisognerebbe capire che un’opportunità andrebbe data anche a questi ragazzi, i quali spesso hanno un talento straordinario”.
Einstein diceva sia più facile rompere un atomo che un pregiudizio e la storia di Roberta attesta la veridicità di questa frase, poiché attraverso la danza quest’ultima sta cercando di superare i limiti che la tetraparesi spastica ha cercato di imporle e attraverso il racconto della sua storia su Tik Tok, il cui profilo conta circa 44 mila followers, sta cercando di rompere quei pregiudizi che non accennano a diminuire.
“Ho iniziato a raccontare la mia storia tramite i video su Tik Tok, perché fare video, così come danzare, rappresenta per me una liberazione. Vorrei si capisse che le persone debbano essere guardate per ciò che sono dentro, per la loro anima e non per la condizione fisica. A chi ancora tende a vedere i disabili come mostri, invece, dico che i loro insulti non fanno altro che renderci più forti e soprattutto che non sarà di certo una condizione fisica a fermare i nostri sogni”.
Quanto dichiarato dalla giovane ballerina rappresenta un inno alla vita. Un barlume di speranza per chi non riesce a vedere la luce in fondo al tunnel e fa fatica a credere a nei propri sogni.