Di Felice Massimo De Falco
La Camera ha detto in modo praticamente unanime sì alla proposta di legge che abilita all’utilizzo e alla valorizzazione delle competenze non cognitive in ambito didattico: i voti a favore sono stati 340, nessun contrario, solo cinque gli astenuti. Il testo approvato ora passa all’esame del Senato.
La proposta, presentata dall’intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, prevede una sperimentazione strutturata e inclusiva che valorizzi delle sempre più rilevanti competenze extradisciplinari: l’obiettivo dichiarato nella legge è quello di incrementare le cosiddette ‘life skills’, quelle abilità che portano a comportamenti positivi e di adattamento, che rendono l’individuo capace di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni.
Nella pratica, si tratta di un saper vivere che si riscontra nella capacità di gestire le emozioni, ma anche la gestione dello stress, la comunicazione efficace, l’empatia, il pensiero creativo e quello critico, oltre che l’abilità di prendere decisioni e risolvere problemi: di fatto, parliamo di quello che comunemente viene riassunto con il termine problem solving.
La proposta di legge introduce, quindi, l’avvio a partire dal prossimo anno scolastico di una sperimentazione nazionale triennale per attività finalizzate allo sviluppo delle competenze non cognitive nei percorsi delle scuole di ogni ordine e grado: per la sua attuazione è prevista anche un’attività di formazione dei docenti.
“Voglio ringraziare l’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà e il Parlamento per il lavoro fatto e per l’attenzione che, ancora una volta, viene rivolta alle nostre studentesse e ai nostri studenti”, ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
“L’obiettivo di tutti noi – ha continuato il titolare del Mi – è garantire l’effettivo e pieno sviluppo di ogni giovane. Questo provvedimento contribuisce a costruire una scuola che mira alla formazione di qualità, per tutti e per ciascuno, e allo stesso tempo è luogo di relazioni. In altre parole una scuola che educa cittadine e cittadini consapevoli delle proprie capacità e inclusiva”, ha concluso Bianchi.
Ricordiamo che le competenze non cognitive sono tutte quelle “abilità non direttamente legate al processamento delle informazioni. Fanno invece riferimento a delle caratteristiche individuali legate agli ambiti emotivi, psicosociali e a caratteristiche di personalità”. Nella pratica, parliamo della motivazione, coscienziosità, positività, ma anche dell’essere estroversi, della proattività e della stabilità emotiva.
Sono tutte abilità lontane, quindi, dalle competenze cognitive, le cosiddette “cognitive skills”. Queste, infatti, rientrano in tutte le abilità legate strettamente al processamento delle informazioni, come le abilità di calcolo, verbali e logiche, ma anche tecniche di memorizzazione.