Se qualcuno cerca fra i socialisti una ‘riserva della Repubblica’ si preferisca Claudio Martelli a Giuliano Amato.
Entrambi sono stati grandi collaboratori di Bettino Craxi. Il ‘dottor Sottile’ fu definito, dal leader socialista “un genio elettronico di opportunismo” ed ancora “voltagabbana per opportunismo”. Negli anni post Tangentopoli Giuliano Amato non ebbe mai il coraggio di difendere una storia ed una stagione di governo, fu debole rispetto all’azione di certa magistratura e fu ‘ritenuto’ estraneo ad ogni cosa. Un ‘extraterrestre’ insomma.
Claudio Martelli, negli stessi anni, commise degli errori, nei rapporti con Craxi e nella lettura di quanto accadeva, sui quali più volte è intervenuto con intelligente autocritica. Ho provato, poi, fra mille difficoltà a tenere viva una tradizione. Ma Claudio Martelli è stato, soprattutto, il ministro della Giustizia più legato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, perché aveva una visione ed un progetto nell’impegno dello Stato contro la criminalità. Fu fra i primi ad affrontare il tema della immigrazione, fra i primi a disegnare una rotta riformista, ecologista ed europeista della sinistra.
Se dovesse tramontare la legittima ambizione del presidente Berlusconi si preferisca un riformista a tutto quello che viene dalla sinistra più vecchia e conservatrice, si preferisca un garantista rispetto a chi ha strizzato l’occhio al furore delle toghe.