Di Felice Massimo De Falco
Shara, di origini meridionali, inizia il suo viaggio nel mondo della musica all’età di 12 anni incidendo un disco natalizio. Dopo gli studi liceali, approfondisce gli studi di canto e solfeggio e si iscrive all’ Università Popolare dello Spettacolo, dove studia educazione vocale, dizione, recitazione, danza e mimo. Sempre nello stesso periodo Shara
ha l’opportunità di collaborare con diverse radio napoletane ed alcune emittenti televisive locali.
Contemporaneamente, entra a far parte di un coro gospel e partecipa con quest’ultimo a diverse tournée europee, che la portano spesso a Londra, la città e la dimensione ideale per un’artista come Shara che
scrive più facilmente in inglese e che compone come dice lei stessa “quel che le viene dove le viene”.
Altra tappa importante della sua carriera che inizia ad introdurla nel mondo della discografia, è determinata dall’incontro, alla fine degli anni ’90, con Alfredo Petroli, già produttore di Alexia, per il quale incide una cover rivisitata in chiave dance del brano “Like a virgin” di Madonna. Nel 2000 inizia
la collaborazione con il musicista e produttore Luca Stendardo con il quale Shara dà completamente vita al suo progetto musicale fatto di perfetta fusione tra pop, rock e musica etnica.
Tra il 2004 ed il 2005 conclude il suo primo album “Pranava Rainbow”, frutto dei primi cinque anni di amicizia e collaborazione con il musicista e produttore Luca Stendardo.
Nel 2005 Shara ha l‘opportunità di essere ospite nelle produzioni di alcuni importanti musicisti italiani e nel 2006 frequenta regolarmente un corso regionale per coristi. All’ inizio del 2007 comincia, invece,
la sua avventura londinese che durerà all’incirca 1 anno dove avrà così occasione di collaborare con alcuni artisti e dj inglesi per la realizzazione di brani musicali.
Nello stesso tempo Shara ha anche l’opportunità di partecipare alle riprese del videoclip “Ain’t the same” dell’artista Kris Baya e di figurare
come comparsa in alcune produzioni cinematografiche inglesi. In quello stesso periodo lavora al Dominion Theatre per il musical “We Will Rock You” scritto dai Queen e Ben Elton.
Tante e varie le esperienze artistiche vissute a Londra a seguito delle quali, al suo rientro in Italia, Shara si dedica alla realizzazione di nuovi progetti dal taglio anche socio-culturale spinta dal desiderio di mettere in luce tutto il buono presente nella sua terra d’origine: il Sud. Tra questi c’è il suo primo format tv intitolato “Pizza Time” realizzato nella primavera del 2011 di cui è stata produttrice ed ideatrice
nonché autrice della sigla e delle musiche originali, un programma televisivo
trasmesso con successo dalla nota emittente campana Canale 8.
Il 2011 è per Shara un anno assai produttivo infatti nel Settembre di questo stesso anno iniziano i grandi lavori per la realizzazione
di un progetto molto ambizioso, il Terronian Project, che come prima iniziativa proporrà il Terronian Festival, un grande evento che vede protagonisti tutti quei personaggi, idee e prodotti di origine meridionale che verranno
“battezzati” col titolo di Eccellenze del Sud. Al fine di concretizzare questa sua “idea-sogno” Shara dà prima vita ad una società di eventi, la Mediterranea, che ha l’obiettivo di porre luce ed attenzione ai territori del Sud (non soltanto d’Italia, ma del mondo intero) e poi ad una associazione, l’ Associazione Terronian, con la quale, insieme a Salvatore Di Matteo, noto maestro pizzaiolo napoletano conosciuto
nel corso delle riprese del format tv Pizza Time, vuole ancor più sottolineare l’importanza della valorizzazione della cultura e delle tradizioni relative a tutte quelle terre del Mezzogiorno italiano e quelle poste a Sud del mondo.
Sulla scia del premio Eccellenze del Sud dal 2012 in poi Shara dà vita ad una serie di attività, manifestazioni ed eventi che puntano a rimarcare il valore delle realtà d’eccellenza presenti nelle terre del Sud
Durante il Terronian Festival Shara propone per la prima volta il brano “Vento del Sud” che diverrà il singolo di lancio di questo suo secondo progetto musicale cantato interamente in italiano, un EP di 4 brani inediti più una cover del brano “Guardastelle”
che vuole rendere omaggio ad un grande cantautore, nonché “poeta” del Meridione italiano, Bungaro.
Questo nuovo lavoro discografico avrà come brano di chiusura la versione spagnola di Giorno che in questo EP viene da lei riproposto in una veste del tutto diversa e più personale. L’ EP, curato dal musicista ed arrangiatore Pasquale Faggiano, prende il nome dal singolo Vento del Sud e vede la partecipazione di molti musicisti noti del panorama musicale italiano tra cui Gigi De Rienzo, Carlo Fimiani, Gennaro Desiderio, Vittorio Riva, Aldo Vigorito, Flavio Gargano, Antonio De Luise ed altri.
Con questo lavoro è presente in molte manifestazioni, programmi radiofonici e televisivi tra cui la rubrica “Vento del Sud”, da lei ideata, trasmessa nella primavera del 2017 sulla nota emittente televisiva campana Canale 9 nel corso della trasmissione “Mattina 9”, la quale ha l’intento di dar voce al
Sud mettendo in risalto tutto il buono presente in questi territori e operano a favore dello sviluppo del Mezzogiorno d’Italia.
Il 2019 è stato un anno ricco per la cantautrice Shara, infatti si è aperto nel mese di Gennaio col lancio dell’EP ” Vento del Sud“ (versione 2019) basato sull’omonimo lavoro discografico del 2016 rielaborato e rivisitato con un nuovo sound. Un EP di 2 brani dove oltre a “Vento del Sud” troviamo il brano “Il Bacio del Risveglio”, singoli che in queste nuove vesti appartengono a due mondi musicali molto distanti tra loro ma legati da un unico filo conduttore che è il passato.
“Vento del Sud” versione 2019 ha delle sonorità che si rifanno ai mitici anni ’80 mixate con note più attuali dal tocco nord europeo. Anche il videoclip si rifà allo stile dei mitici ’80 con la scelta del look moda, i colori ed il cuore sacro realizzato con i mattoncini Lego. Per il brano “Il Bacio del Risveglio” le sonorità invece strizzano l’occhio al jazz anni ’40 per poi volgere in alcuni tratti lo sguardo al sound dei mitici anni ’60.
“Sono nata vicino al mare – afferma l’artista – ma le mie radici affondano profonde nella terra delle verdi montagne. In me coesistono le onde del mare con il canto delle sirene ed il vento che attraversa le montagne in compagnia della ninfa Eco.
La Basilicata è una terra magica e vi faccio ritorno ogni qual volta sento il bisogno di riprendere carica.”
Nell’autunno del 2020 iniziano i grandi lavori per la realizzazione di un progetto condiviso col compagno di vita Salvatore Di Matteo, un locale che riunirà i sogni di entrambi e che aprirà le porte al pubblico il 21 Giugno del 2021. Tutto il percorso condiviso insieme attraverso iniziative ed eventi si concretizza
all’interno del “Pizza Madre”, questo il nome del locale, dove Shara ha curato l’intera progettazione del format e dell’immagine architettonica ed artistica della struttura.
Oltre a rappresentare un punto di riferimento della pizza napoletana e della cucina tipica partenopea coi prodotti d’eccellenza provenienti dalle varie regioni del Sud Italia, il format si caratterizza con maggiore peculiarità divenendo anche un vero e proprio ritrovo presso cui potersi “nutrire” col cibo dell’arte e della cultura essendo il Pizza Madre un progetto nato in seno ad una associazione che ha a cuore la continuazione e la divulgazione della cultura e delle tradizioni meridionali.
Per questo motivo il locale, oltre alle varie sale a tema, ha un’area destinata alla musica ed all’arte in generale, ambiente perfetto per creare un vero e proprio salotto della città. In tempi in cui tutto pare voglia omologarsi ad una livellante globalizzazione è importante avere dei punti in cui riconoscere origini ed identità di un popolo al fine di consentire il giusto e doveroso scambio interculturale che ha da sempre reso possibile il sano sviluppo della società.
Se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima, gli occhi di Shara sono il mare limpido che bagna i mille territori della sua anima tra i quali spicca su tutte la musica. E’ questa sete d’assoluto che pone come obiettivo del suo viaggio quello di sperimentare il punto di “congiunzione” tra passato e futuro, oriente ed occidente, essenza ed esistenza, tra l’essere ed il non essere, per poi trasferire questa dimensione nella sua musica.
E’ lo spirito dello “Shanti”, “la pace nel cuore, nel corpo e nella mente”, che accompagna la
nascita di perle musicali quali “India”, il primo singolo ideato e scritto da Shara e composto insieme a Luca Stendardo; “Nothing on your mount” (è dal nulla che nasce il tutto) e del pop-jungle di “Divine”.
“Io sono terra, acqua, fuoco, aria, spazio, intelligenza, ragione ed egoismo e tutti i precedenti sul piano illusorio. Io sono il suono, ovvero l’essenza occulta sottostante a tutte le cose menzionate.” Antico aforisma indiano
Shara, si mette “a nudo” per noi
- Shara, nel tuo percorso artistico c’è la contaminazione delle arti? Rappresenta te stessa nella vita di tutti i giorni?
Sono cresciuta contemplando il mondo con occhi che hanno, spontaneamente, sempre guardato oltre. Ho costantemente avuto la percezione che ciò che appare al primo sguardo non è mai ciò che è. Il mondo, le cose, gli eventi, vanno percepiti. Crescendo ho compreso il perché di questo mio modo di “sentire e vedere” la vita fin da bambina, c’è una Verità ben più ampia nascosta dietro il velo di Maya, la grande illusione, come gli indiani d’oriente usano definire le cose del mondo. L’amore per le 7 note è nato con me e mi ha da sempre catturato allo stesso modo con cui fa quello per i 7 colori. Oltre a scrivere canzoni ed a cantarle amo tutto ciò che ha a che fare col mondo dell’arte. Mi piace miscelare le varie forme d’arte tra loro, la musica, il cinema, la danza e tutto questo traspare chiaramente dai miei videoclip, infatti, spesso, anche mentre lavoro ad essi, li guardo come se stessi osservando un quadro. Quando ho un po’ di tempo libero mi diletto a dipingere mettendo su tela immagini simboliche e fantastiche relative a quel regno invisibile in cui amo rifugiarmi quando sento di dovermi staccare dalla noiosa e ripetitiva routine quotidiana. Non a caso mi sono sempre occupata in prima persona di tutto ciò che ruota attorno alle mie produzioni musicali, a partire dallo stile da dare agli arrangiamenti dei brani fino alla cura, quasi maniacale, dell’immagine artistica, dei servizi fotografici e dei videoclip ad essi collegati. Posso, quindi, tranquillamente affermare che vivo la mia vita immersa costantemente in una visione artistica del mondo che osservo e contemplo con gli speranzosi occhi dell’arte. - Londra è la tua seconda patria. Cosa la distingue da Napoli?
Londra e Napoli potrei quasi dire che si compensano, ciò che ha l’una non possiede l’altra. Se Londra è la patria del business e del lavoro fatto con strategia e senza sosta, Napoli è il regno della precarietà e dell’improvvisazione dove solo grazie all’arte di arrangiarsi ed alla “creatività” puoi immaginare di poter sopravvivere. Dopo un anno vissuto nella “capitale d’Europa” posso dire di aver acquisito ciò che mancava alla mia visione artistica dell’esistenza: il senso di impresa. C’è un punto in comune tra queste 2 città ed è il concetto di “sogno”. Se Napoli ti fa sognare e ti stimola a farlo allora Londra ti infonde il senso della “possibilità”, della “chance”, lì se vali e lavori sodo hai tutte le opportunità di poter realizzare i tuoi sogni. - La tua poliedricità artistica ti porta in terre lontane. Cosa prendi di buono dalla diversità?
Il primo brano del mio album Pranava Rainbow si intitola India. Ricordo che quando scrissi questa canzone una mia cara amica londinese mi disse che a 20 anni non è possibile scrivere un brano che descrive un posto tanto lontano con tanta cura pur non essendoci mai stata. Lei era molto sorpresa di questa cosa ed io le risposi che, se ne sei capace, non necessariamente devi esserci stata fisicamente in un posto perché puoi raggiungerlo con la tua anima. Nonostante sia cosciente di questa verità un viaggio in India per scoprire da vicino le sue meraviglie è tra i miei desideri più grandi. Ho viaggiato in Europa ed ogni luogo che ho visitato mi ha lasciato qualcosa. Il calore italiano, nella fattispecie del Sud, è qualcosa che non trovi facilmente altrove, ma è proprio questo che in fine ci rende, forse, così unici. Amo viaggiare per potermi confrontare con ciò che differisce da me poiché soltanto apprendendo cose differenti dalla mia visione personale, integrandole nel mio vissuto, credo sia possibile realizzare la mia crescita interiore. - Canti sempre ciò che senti. È in ispirazione che dove trova linfa nella tua vita?
I miei brani traggono sempre ispirazione da eventi vissuti nel quotidiano, anche se alcune canzoni sono nate proprio nei miei sogni, quelli notturni. C’è stato un periodo in cui dormivo col registratore accanto al letto perché mi capitava spesso di fare sogni in cui cantavo brani che non avevo mai scritto. Devo dire che svegliarsi nel cuore della notte e tentare di canticchiare a bassa voce ciò che sto sognando non è proprio il massimo per le corde vocali ancora stordite ed addormentate! Poi ci sono sogni davvero speciali in cui arrivano esseri fantastici che mi fanno dono di intere canzoni, come è capitato per “From a world to a world”. Un’esperienza meravigliosa che adoro sempre raccontare per comunicare il fatto che non siamo soli, ma siam tutti parte di un’unica armonia universale. - Sei meridionale, legata ad un noto pizzaiolo, attraverso cui hai completato la tua conoscenza sul Sud. Quanto vale l’eccellenza campana all’estero?
Sì sono una meridionale verace, lucana da parte di padre e napoletana da parte di madre. Al mio rientro da Londra, dove ho vissuto per circa un anno, ho sentito molto forte la necessità di “raccontare” quanta eccellenza è presente nelle nostre terre del Sud. Per seguire questo mio “sentire” nel 2011 decisi di realizzare un format televisivo con cui poter entrare molto velocemente nelle case della gente e raccontare i protagonisti di una delle nostre storiche eccellenze partenopee: la pizza. Fu in quella occasione, nelle riprese di “Pizza Time”, che conobbi Salvatore Di Matteo, erede di una delle famiglie più antiche custodi di questa meravigliosa tradizione culinaria napoletana. Quando Salvatore conobbe le mie idee ed il sogno di valorizzare il territorio meridionale attraverso il “Terronian Project”, un progetto dedicato al nostro Meridione che stavo mettendo in piedi in quel periodo, volle affiancarmi subito nell’impresa. Lui si sarebbe ovviamente occupato dell’aspetto legato al mondo della gastronomia mentre io avrei curato quello artistico e socio-culturale. La prima iniziativa nata in seno a questo ambizioso progetto fu il Terronian Festival per il quale, oltre a scrivere i 2 brani Giorno e Vento del Sud, volli istituire un premio dedicato a tutte le eccellenze presenti nel territorio meridionale. Fu nel Settembre del 2012 che si tenne, così, la prima edizione del Premio Eccellenze del Sud. Molte realtà imprenditoriali furono favorevolmente colpite dal progetto ed alcune chiesero addirittura di poter utilizzare il marchio Eccellenze del Sud. In quel periodo io ero molto presa dall’aspetto artistico e culturale della cosa, ma Salvatore mi fece intuire che col tempo questo marchio avrebbe potuto assumere anche un valore commerciale visto l’interessamento da parte di diverse aziende. Fu così che nel 2015 il marchio Eccellenze del Sud iniziò il suo percorso nel mondo commerciale attraverso un piccolo numero di prodotti legati al settore gastronomico. Nel 2018 Salvatore fu invitato a Londra per una dimostrazione sugli impasti della pizza napoletana, in quell’occasione portammo con noi anche i prodotti della linea Eccellenze del Sud e fu un vero successo. L’Italia ed il nostro Made in Italy sono molto apprezzati all’estero in quanto sono sinonimo di garanzia di alta qualità, è quindi per questo che un prodotto che porta la firma del nostro Belpaese è sempre molto gradito sia oltralpe che oltreoceano. Nella fattispecie l’eccellenza campana posso sicuramente affermare che ha una marcia in più! - Il nuovo locale porta praticamente il tuo timbro: a quale target di persone si rivolge?
Se io ho curato l’immagine e l’idea del format del nuovo locale, Salvatore ne ha firmato il menù occupandosi di tutto ciò che compete alla sua sfera di professionista del settore enogastronomico. Il Pizza Madre, questo il nome del locale che abbiamo aperto lo scorso 21 Giugno in via Verdi, angolo Piazza Municipio, oltre a rappresentare un punto di riferimento della pizza napoletana e della cucina tipica partenopea coi prodotti d’eccellenza provenienti dalle varie regioni del Sud Italia, si caratterizza per l’aspetto ricco di simboli tipici del nostro territorio con l’obiettivo di divenire un vero e proprio ritrovo presso cui potersi “nutrire” col cibo dell’arte e della cultura essendo un progetto nato in seno ad una associazione che ha a cuore la continuazione
e la divulgazione della cultura e delle tradizioni meridionali. Per questo motivo il locale, oltre alle varie sale a tema, ha un’area destinata alla musica ed all’arte in generale, ambiente perfetto per creare un vero e proprio salotto della città. In tempi in cui tutto pare voglia omologarsi ad una livellante globalizzazione è importante avere dei punti in cui riconoscere origini ed identità di un popolo al fine di consentire il giusto e doveroso scambio interculturale che ha da sempre reso possibile il sano sviluppo della società. Il mio viaggio intrapreso tra arte, cultura e territorio mira a coinvolgere, anche in quest’iniziativa, le tante realtà riconosciute come vivide espressioni artistiche e culturali del Meridione italiano essendo io una persona che ama sempre mettere in prima linea l’unione e la collaborazione tra le persone. Non a caso, per mezzo dell’Associazione Terronian, con Salvatore abbiamo sempre portato avanti diverse attività dedite alla solidarietà col fine di poter veicolare sul territorio un messaggio di comunione e vicinanza sociale per tenere accesa la sacra fiamma vitale di un popolo continuamente capace di rinascere dalle proprie ceneri. La musica, come la pizza, diventano, quindi, veicolo di un concetto di “sana comunità”.
- L’epidemia ha piegato il mondo dello spettacolo. Come hai gestito l’emergenza?
Non è stato semplice vivere 2 anni di fermo totale essendo io una persona molto dinamica non abituata a stare inattiva. Diciamo che a tenermi distratta dalle problematiche che l’emergenza Covid ha creato ovunque è stata la messa in opera del nuovo locale che mi ha praticamente tenuto impegnata nove mesi di seguito dalla mattina alla sera. Non potendo fare musica mi sono totalmente dedicata ad ideare ogni piccolo angolo del Pizza Madre. Non c’è centimetro che io abbia lasciato al caso, il mio estro artistico l’ho indirizzato in materiali, colori e forme e se il risultato non era quello che avevo in mente chiedevo agli operai di rifare ciò che era risultato imperfetto o malriuscito. Le sale a tema le ho create allo stesso modo in cui scrivo canzoni o progetto i miei videoclip, insomma, nonostante il forzato “imbavagliamento” musicale che mi ha portato all’obbligato silenzio di 2 anni, sono riuscita comunque a dar sfogo alla mia irrefrenabile creatività. Anche in quest’impresa non mi sono smentita, sono state tante le persone coinvolte nella realizzazione del progetto con alcune delle quali si è instaurata anche una stretta amicizia. - Con quali parole accompagni l’esportazione del Made in Sud all’estero?
Il Sud è una terra ricca di prodotti d’eccellenza che vale la pena promuovere non soltanto in territorio nazionale, ma soprattutto internazionale per rendere ancor più noto il “Made in Italy” tanto forte e ricercato all’estero. Se solo pensiamo all’antica denominazione della Campania, ovvero Campania Felix, ci rendiamo conto come in un solo ristretto lembo di terra fossero, da secoli, contenuti tutti insieme “tesori” della terra, clima mite, bellezze naturali ed architettoniche, ricche ed innumerevoli espressioni d’arte e cultura. Si sa bene che questi sono elementi che difficilmente è possibile trovare insieme in un solo luogo ed è forse proprio questo il motivo per cui tutti ci invidiano la terra in cui viviamo. Relativamente alle nostre produzioni credo sia di fondamentale importanza tutelare l’originalità dei nostri prodotti nel percorso di identificazione col nostro territorio, realtà davvero unica in tutto il pianeta per l’ingente presenza di eccellenze di ogni genere a partire dai prodotti della terra insieme alle meraviglie naturali per finire all’arte ed alle produzioni artigianali tanto note in ogni dove. Lo affermo in quanto i prodotti italiani sono sempre più vittima di contraffazione e dell’Italian sounding, tendenze scaturite dalla grande fama di cui il nostro popolo gode in quanto siamo riconosciuti ovunque come dei validi “creatori di moda e di gusto”. - La musica può essere paragonata ad una notte d’amore?
Se non conosci l’amore non puoi dire di sapere cosa sia la musica. Si canta per amore, si suona per amore, si compongono melodie perché l’anima vibra amore. La musica è per me la più alta espressione d’amore che
ogni uomo possa sperimentare nella propria esistenza. Per questo trovo riduttivo paragonare la musica ad una sola, fugace notte d’amore.
- Ti interessi di politica? Quale Capo dello Stato gradiresti?
Sono cresciuta in una famiglia dove “si mangiava pane e politica” quando mio padre era ancora in vita. Questo sentivo sempre dire da mia madre quando rimproverava a mio padre il poco tempo che ci dedicava per via del suo lavoro. Forse è per questo che l’argomento politica non l’ho mai digerito. Eppure, paradossalmente, in questi 2 anni di limiti e restrizioni è stato inevitabile iniziare a leggere anche notizie relative alla politica sia nazionale che internazionale. Per via delle mie “calde” esternazioni sui social mi sono state anche proposte delle candidature, in prossimità delle elezioni, in diverse liste elettorali, ma ho sempre simpaticamente declinato le stesse in quanto credo che ci voglia passione e soprattutto preparazione per proporsi come voce in rappresentanza dei cittadini. Siamo prossimi alle elezioni del Presidente della Repubblica, mi farebbe piacere una donna al Quirinale, ma non so se il nostro paese, fatto di antiche tradizioni, sia davvero pronto per avere una donna al Colle. - Ti senti una donna completa?
Assolutamente sì.