Il ritiro di Berlusconi dovrà avere delle scelte consequenziali. Certa sinistra dovrà superare la ‘doppia morale’, molti azzurri dovranno mettere in campo più dignità, pretendere maggiore rispetto.
Le anomalie di questa fase politica devono arrivare al pettine.
I parlamentari del Movimento Cinque Stelle rivendicando, in queste ore, con orgoglio il No a Berlusconi. Sentono di essere stati determinati per la rinuncia.
Per Letta ed il Pd quello del Cavaliere era un nome diviso, non era proponibile per Leu.
La sinistra, che non ebbe imbarazzo a proporre il comunista Giorgio Napolitano, quello distratto quando i carri armati opprimevano le libertà, quello distratto quando arrivano i finanziamenti dall’URSS alle Botteghe oscure, ha messo in campo antichi pregiudizi.
Quei pregiudizi che, però, scompaiono quando il sostegno del Cavaliere e dei suoi è buono per far nascere il Governo Letta o quello Draghi. Insomma è sempre la doppia morale. La pretesa di esprimere giudizi e di farlo a fasi alternate ed a secondo della convenienza del momento.
Chi ha detto NO al Cavaliere, che con tutti i suoi limiti è da circa trenta anni il leader di una area politica, deve avere ora l’onestà intellettuale di dire NO a Forza Italia anche quando nasce un Esecutivo. Non si può stare al Governo con gli azzurri ed allo stesso tempo porre veti al principale ed indiscusso leader del Movimento. Berlusconi è Forza Italia, punto.
Con la stessa onestà intellettuale dovrebbero poi rispondere quelli che in Forza Italia continuano ad andare a braccetto con la sinistra giustizialista e conservatrice.
Tocca, oggi, alle persone serie reagire. Per dare dignità alla politica, per difendere una storia e per superare l’anomalia di questa maggioranza matta che regge e condiziona il Governo Draghi.