Di Felice Massimo De Falco
Matilde Andolfo vive a Napoli.
Per oltre un decennio è stato il volto femminile della emittente TvLuna . Si è contraddistinta nella conduzione dei tg e di programmi televisivi. E’ stata a lungo inviata televisiva per raccontare, in presa diretta, eventi e fatti di cronaca particolarmente rilevanti sul territorio regionale e nazionale. E’ stata inoltre protagonista di vere e proprie maratone elettorali e di speciali di cronaca con interviste in esclusiva a personaggi del mondo della politica, della magistratura, della cultura e dello spettacolo. Ideatrice e conduttrice del format “Dossier” in onda su TvLuna nella stagione televisiva 2017-2018 sul giornalismo d’inchiesta e del format Millennium nella stagione 2019-2020. Dal marzo 2020 a luglio 2020 ha raccontato, sempre su Tvluna, l’emergenza coronavirus in Campania.
Per decenni ha collaborato per il quotidiano Leggo e per settimanali nazionali come Oggi. Tra le protagoniste del programma “Camorriste” in onda su Sky Atlantic e successivamente su Tv8. Ha raccontato la storia della camorrista e collaboratrice di giustizia, Anna Carrino. Ha collaborato con il regista Rai e Mediaset Stefano Reali. L’ultimo lavoro è la sceneggiatura di una fiction il cui titolo provvisorio è “Erinni”, donne di camorra. A breve andranno in onda su canale 21 sei puntate del format televisivo imediterranei.
Il settore che più la rappresenta è la cronaca. Nel 2004 è la prima a scrivere dell’imminente esplosione della cosiddetta “faida di Scampia”.
Nel 2018 l’intervista in esclusiva a Rossella Amato, ex camorrista e collaboratrice di giustizia, intervista ripresa dalla stampa nazionale italiana ed estera.
E’ anche autrice di libri .
Autrice nel 1995 di una pubblicazione su Georges Brassens dal titolo “Georges Brassens tra musica e poesia” edito da “Edizioni 2000”
Autrice nel novembre 2005 del libro “Il diario di Annalisa” edito da Tullio Pironti sulla storia di Annalisa Durante, la ragazzina uccisa in un conflitto a fuoco il 27 marzo 2004. Tale libro ha venduto oltre 10 mila copie. Ed è stato adottato come testo in molte scuole
Il 17 dicembre scorso è stato presentato per la prima volta il libro “La donna del boss”, dialogo dall’inferno delle organizzazioni malavitose di primo piano, realizzato grazie alla confessione personale con la collaboratrice di giustizia, Anna Carrino. Il libro è editato per “Il Quaderno Edizioni”
Matilde ha vinto numerosi premi tra cui, nel 2011, quello dei giornalisti contro la camorra promosso dall’ associazione “Modavi-Federazione Provinciale di Napoli Onlus”, in collaborazione con “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.”
E’ ideatrice del Premio “Luciano Donelli, storie di vita e di riscatto”, dedicato alla figura del grande politico napoletano scomparso nel febbraio del 2018. Promosso insieme all’Ordine dei Giornalisti della Campania e alla Fondazione Comunità San Gennaro, retta dal parroco della Sanità, Antonio Loffredo. La seconda edizione è prevista per giugno 2022
Matilde si mette “a nudo” per noi
- Attraverso il tuo lavoro hai conosciuto ogni anfratto di Napoli, una città dalle mille contaminazioni. Qual è la contraddizione che più risalta ai tuoi occhi su questa città?
Napoli è per definizione una città contraddittoria, dai “mille culure” per parafrasare Pino Daniele. Lo è per conformazione urbana, per vocazione e per la sua storia fatta di contaminazione e originalità. Napoli è bellezza e orrore, luce e ombra, paradiso e inferno, ricchezza e povertà. Ha paesaggi unici al mondo. Ma la bellezza non è soltanto nei refrain oleografici. Napoli è ben oltre il Vesuvio, la pizza e il mandolino. Contraddizioni? Tante. Ti aggiri tra capolavori architettonici e d’arte e poi scopri strade dissestate e scarsamente manutenute, quartieri e zone come il sottosuolo del centro direzionale che sono l’emblema della vergogna e della incapacità istituzionale a riqualificare. Ti imbatti in oasi che ti lasciano senza fiato e poi basta camminare pochi metri avanti per scovare cumuli di immondizia che rasentano lo scempio.
- Hai trattato fatti di cronaca nazionale e ti sei soffermata soprattutto sul fenomeno camorra. Oggi cos’è la camorra?
Con la cattura e la condanna di boss ed esponenti di spicco, molti clan sono stati decimati. Ma esistono ancora giovani e giovanissimi che subiscono la fascinazione del male. La camorra, malgrado gli arresti e le condanne, continua a reclutare leve per esercitare il proprio potere sul territorio. Racket, droga, scommesse clandestine. E poi c’è la camorra dei colletti bianchi molto più infida e minacciosa perché lavora silenziosa e sotto traccia
- La camorra è un fenomeno sociale insito nella quotidianità della gente comune. Si convive talvolta. Da cosa lo si può dedurre?
Dal silenzio. Che spesso è sinonimo di complicità e di omertà. Ma anche da imprese e attività che spuntano, maestose, come funghi. Il metodo di utilizzare prestanome e avviare attività per riciclare denaro sporco è sempre valido per i camorristi
- La donna del boss è uno dei tuoi ultimi lavori. Di cosa tratta?
È una favola nera come amo definire il libro. Racconta la storia di Anna Carrino che per decenni è stata la compagna di Francesco Bidognetti, alias Cicciotto di Mezzanotte il numero uno della diarchia del clan dei casalesi. Il libro racconta la sua storia di bambina e di donna, una storia atroce, segnata dalle mancanze e dalle violenze anche psicologiche. Se Anna avesse conosciuto le persone giuste “nell’ora prima” come scrive padre Antonio Loffredo nella postfazione al mio libro probabilmente avremmo scritto un’altra storia. La storia di una donna libera, figlia, madre e compagna felice.
- Qual è il profilo caratteriale di una donna di camorra?
Non esiste un unico profilo psicologico o caratteriale. Diciamo che l’ignoranza, la frenesia di esistere e quindi di contare e l’amore per uno stile di vita che punta agli status symbol e all’esasperazione del lusso possono essere note caratterizzanti
- Chi era Annalisa Durante?
Annalisa Durante era una bambina di soli 14 anni ammazzata durante un conflitto a fuoco tra camorristi, la sera del 27 marzo 2004 a Forcella. Un proiettile le si conficcò in testa. Ma la sua morte non è stata vana e non soltanto per il risveglio delle coscienze. Annalisa ha restituito la vita a tante persone che hanno ricevuto i suoi organi. Un bambino affetto da grave cardiopatia ebbe in dono il cuore di Annalisa trapiantato al Bambin Gesù di Roma.
- Ti occupi anche di politica: traccia il profilo del tuo Capo dello Stato
Garante della Costituzione, sensibile e super partes. Un uomo o una donna in grado di rappresentare la nostra Italia e salvaguardare il principio di democrazia e di libertà che comprende il rispetto delle regole. Una sentinella della democrazia fondamentale per non incappare in pericolose deviazioni
- Come ha gestito Draghi l’emergenza Covid?
La campagna di comunicazione istituzionale sul covid, ha presentato parecchie criticità. E, a mio avviso, fatto danni. Troppi decreti farraginosi e poco chiari e la sensazione che la cronaca della pandemia abbia sopraffatto ogni teoria. Siamo partiti con la campagna vaccinale non obbligatoria. Ci avevano assicurato che sarebbero bastate due dosi di vaccino per avere l’immunità e invece è stata necessaria la dose booster. Ci avevano assicurato che in autunno avremmo ottenuto l’immunità di gregge e invece assistiamo alla quarta ondata della pandemia con morti, ricoverati anche nelle terapie intensive e contagiati anche con terza dose. Quest’ultima emergenza si è abbattuta sul sistema sanitario nazionale come uno tsunami che ha compromesso l’attività ordinaria. Sono stati annullati interventi chirurgici e i malati con altre patologie lasciati al proprio destino. Questo clima di incertezza ha generato confusione e alimentato le frange estreme alcune delle quali confluite nei no vax. Non solo. È assurdo e indegno per un Paese civile assistere a quello che stiamo vivendo con due fazioni che fomentano odio e rancore sociale. Sì vax e no vax, due schieramenti, i buoni e i cattivi, i bravi cittadini e i criminali, nonostante non vi sia obbligo vaccinale. È chiaro che la situazione sia sfuggita di mano e che anche la faccenda dei green pass contribuisce a inasprire gli animi. Io credo che la gente andava convinta e non criminalizzata o limitata
- Quali saranno le ricadute sociali del post-pandemia?
Stiamo già assistendo a ricadute socio economiche pesantissime. Dai rincari delle bollette, vergognosi e insostenibili, al fallimento di micro imprese e attività. A causa della impennata dei contagi molti negozi hanno abbassato la saracinesca. Stiamo assistendo a un lockdown di fatto e la politica dei ristori è assolutamente insufficiente a far fronte alla crisi: troppi paletti e requisiti. Ci sono intere categorie di operatori economici ormai sul lastrico. C’è poi la ricaduta psicologica. La pandemia ha devastato menti e destabilizzato equilibri. Sono aumentate violenze e femminicidi. Questo è un fatto, non un’opinione
- Come ti immagini Napoli fra 50 anni?
Ho letto di recente un reportage di mio zio, Luciano Donelli, ex assessore alle Politiche sociali negli anni ‘90, un uomo illuminato e giusto. I suoi testi e le sue fotografie potrebbero tranquillamente essere spacciati per documenti dei giorni nostri. Nulla è cambiato e nulla cambierà fino a quando ci sarà la volontà ferma, anzi fermissima di lasciare lo stato di cose così com’è con una classe dirigente calata dall’alto. Prima erano i partiti, poi le correnti, infine i movimenti. Tra la deriva populistica – che scambia il principio di libertà per licenza e la giustizia per giustizialismo da caccia alle streghe – e la spocchia arrogante della borghesia elitaria infarcita di retorica e luoghi comuni ma totalmente ipocrita, “distratta” e distaccata verso i deboli e gli ultimi, ci dovrà pur essere un punto d’incontro, una leadership che abbia realmente a cuore l’interesse e il bene comuni. Considerato che le nostre meravigliose università hanno sfornato talenti e menti eccezionali che non hanno colori né appartenenze di classe, confido in un futuro possibile con capi che guardino il primo e l’ultimo dei cittadini con lo stesso sguardo di amore. E lo sguardo d’amore di Napoli e dei napoletani, quando lo si scorge, è davvero unico al mondo.