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18 Novembre 2024

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“L’altra faccia dei social: tra diffamazione e revenge porn”. L’esperienza di Anna


di Anna Adamo

L’ho capito in ritardo che i social possano fare del male. Inizialmente di questi ultimi avevo sempre visto solo la parte bella. Insulti, diffamazione e Revenge Porn, credevo riguardassero le influencer o i personaggi famosi. Mi ci sono dovuta trovare, in alcune di queste situazioni, per capire quanto sbagliato fosse il mio pensiero a riguardo. Per capire che, i protagonisti di certi reati, non sono solo i personaggi famosi, ma anche quelle come me, le persone comuni, che sui social sanno giusto pubblicarvi qualche foto.

Che i social li utilizzano per divertirsi, per staccare la spina, il tempo di fumare una sigaretta. Invece no. La calda domenica pomeriggio dell’agosto di un anno fa, quella in cui mi sono resa conto di quanto male possano fare i social, la ricordo come fosse ora. Ricordo il cellulare che squillava come se non ci fosse un domani. Non facevo in tempo a riagganciare con una persona che subito ne cominciava un’altra, di telefonata. Ricordo la faccia esterrefatta degli amici di sempre, i quali continuavano a chiedermi, perché lo avessi fatto. Cosa mi avesse spinta a pubblicare quella foto. Nel mentre, mi chiedevo se fossero loro, quelli ai quali era andato di volta il cervello!

La foto non l’avevo ancora vista e non avevo neanche letto il commento aberrante che vi era stato allegato. Poi ho aperto gli occhi ed ho capito tutto. Ho visto quello che mai auguro di vedere a qualcuno. Così ho capito che qualcuno si fosse vendicato di me nel peggiore dei modi possibili. Perché, quella foto non l’avevo di certo pubblicata io! Ho capito di essere anch’io vittima di diffamazione a mezzo social e Revenge Porn. Quanto difficile sia stato incassare il colpo, non provo neanche a dirvelo. Non troverei le parole adatte. Certe cose fanno ancora troppo male. Ed io non sono pronta a ripercorrere un dolore così forte. Però, sono pronta per parlare a tutti. Ai miei coetanei, soprattutto. Sono pronta a dire loro di denunciare. Sono pronta a dire loro che diffamazione a mezzo social e Revenge Porn sono reati e chiunque li commetta debba pagare.Che non bisogna credere a chiunque dica che la vittima se la sia cercata. Che il colpevole, in realtà, abbia la sua dose di ragione. Perché, dinanzi a tutto questo non esiste ragione che tenga. No. Non vi sto dicendo di denunciare, perché poi passa tutto. Lo so che non passa un bel niente. Io le cicatrici le porto ancora addosso. A tratti, sento ancora la vergogna per essere stata definita una poco di buono fin dentro le ossa. Non so se passerà. Ma, so che denunciare sia stata la scelta più giusta della mia vita.So che se non lo avessi fatto mi sarei resa complice di un sistema malato,il quale continua a mietere più vittime di quanto si possa immaginare.È una cosa facile a dirsi,ma difficile a farsi. Ne sono consapevole,ed è per questo che ne sto parlando. Per essere la voce di chi non ce l’ha. Perché, qualcuno che, invece di attribuirmi tutte le colpe del mondo e trattarmi come fossi un’ appestata, mi dicesse cosa fare, l’ avrei voluto anche io.Parlatene e non lasciate che tutto questo vi logori l’anima. 

Perché, ritornare a vivere dopo essere stati  protagonisti di avvenimenti del genere è possibile, occorre solo prendere consapevolezza del fatto che colpevole é chi certi reati li commette e non chi li subisce. Quanto ai social, usateli con la testa e non solo ponendo le dita sui tasti di un cellulare.

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