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16 Novembre 2024

Chi siamo

É la democrazia, bellezza! Noiosa ma insostituibile. Preprate i pop corn, la fiction potrebbe durare a lungo

Di Felice Massimo De Falco

A chi si lamenta dei ritardi “indecorosi” della politica per scegliere il nuovo Capo dello Stato, andrebbe ricordato che non è prassi inaudita e inedita “prendere tempo”, con un Parlamento, tra l’altro, che è partiticamente frammentato. Sono i tempi della politica, lenti, boriosi, noiosi, sfiancanti in cui si fa sfoggio di uno dei requisiti del fare politica: il trattativismo ad oltranza, che è il sale della democrazia. Ci vuole l’acribìa di un sarto artigianale. Certo fa irritare l’enfasi sciocca con la quale i parlamentari infilano nel catafalco una scheda bianca.

Telefonate indiscrete, conciliaboli purificatori, brunch di alleanza organizzati e poi annullati, corse e rincorse per farsi kingmaker dello stallo, conclavi segreti ad ogni ora, dialoghi criptici tra le parti opposte: roba da farsi venire una gastrite nervosa. I parlamentari, raro caso, stanno facendo il loro mestiere. Male, ma lo stanno esercitando. Fanno avanspettacolo, sono turisti della democrazia, non fanno autentica politica.

Anche quando c’erano al potere i “giganti della patria” era così, forse pure peggio. Giovanni Leone fu eletto al 23esimo scrutinio, Azeglio Ciampi e Cossiga al primo turno, Scalfaro e Pertini al 16esimo. L’elezione del capo del Collle è un faticoso esercizio di confronto democratico.

Si sceglie anche il simbolo dell’Italia all’estero, il capo delle forze armate, il capo dei magistrati, colui che sceglie il Presidente del Consiglio e gli si offre un potente potere di esternazione, in un momento di vulnus politico delle maggioranze. Mica pizza e fichi!

E non avviene così anche per la scelta di un Papa o addirittura di un candidato sindaco? Nessuno arriva in aula con le idee chiare. Ognuno ha bisogno dell’altro. Non si tratta di eleggere solo il Capo dello Stato, ma di mantenere gli equilibri di governo. Non è un gioco di voti ma di veti, dice Romano Prodi.

Ogni giorno, ogni ora, lo scenario può cambiare, si parla, si abbozza, si fanno accordi che non valgono più un’ora dopo, finché i leader di partito non troveranno la quadra, che include anche il ricorso provvidenziale ai Draghi o ai Mattarella.

Al massimo gli si può imputare che non hanno una strategia nitida. Tanti nomi buttati nel tritacarne che fanno dire a Renzi che “non siamo alla selezione di X-Factor. O, per esempio, non si capisce perché la sinistra sfoderi testarda la tattica del dinego, senza avere un nome proprio sul quale convergere.

É pur vero che c’è una società distaccata dalla politica che corre più veloce di essa e non ha vincoli con questa, ma è bene sottolineare che non sta accadendo nulla di encandescente sotto il profilo della prassi politica rispetto al passato. Ogni giorno é buono per trovare la quadra, così come sfasciare un costrutto.

Fatevi una bella scorta di pop corn, la fiction-Quirinale potrebbe essere ancora lunga!

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