di Anna Adamo
Si dice che il fine giustifichi i mezzi.
Eppure, ci sono dei mezzi che, ritengo, non giustifichino nessun fine, perché quest’ultimo è talmente chiaro che non necessita di essere giustificato.
Parlare di certi argomenti inserendovi la propria testimonianza, ad esempio, è uno di questi. Ebbene si, quello che spesso chi legge non sa, è che non si parla di certi argomenti per farsi pubblicità.
Ovviamente, anche in questo caso esistono le dovute eccezioni,ma non bisogna fare di tutta un’erba un fascio. Non è corretto.
Non lo è nei confronti di chi ci mette la faccia. Di chi al fine pubblicitario che una testimonianza può avere non pensa neanche per scherzo.
Di chi riesce a trasormare il dolore in un punto di forza dal quale ricominciare a vivere buttandosi alle spalle il passato.
Quel passato che in realtà non passa mai.
O, almeno, non passa mai del tutto.
Ma, la parte “bella” del dolore é proprio questa: ciò che lascia, le cicatrici. Quelle che servono per ricordarci cosa siamo stati e come siamo arrivati fino a qui.
Quelle che sono utili per fornire agli altri ciò che dal dolore si impara. Ecco, la missione ed il valore di una testimonianza è racchiuso proprio qui, nel voler aiutare gli altri.
Nel voler aiutare chi in certe si trova e non sa come venirne fuori Si, é questo il fine di chi racconta la propria esperienza. É questo e nessun altro, sia chiaro.
Sia spunto di riflessione per chi a questo aspetto non ha mai pensato.
Parlate. É giusto che lo facciate.
Guardatevi dentro e cercate l’ avvenimento che più di altri vi ha segnati, ognuno di noi ne ha uno. Poi parlatene agli altri.
Però, fatelo per essere d’aiuto e mai per screditare o riaprire ferite mai rimarginate completamente.
Così, la bellezza e l’immensità di cose che una testimonianza può offrire, potete scoprirla anche voi.