di Anna Adamo
Con 759 voti, Sergio Mattarella è il secondo Presidente della Repubblica più votato della storia italiana. Una vittoria che, però, porta con se l’ amaro sapore della sconfitta.
La sconfitta di tutti i partiti.
Ora più che mai si é palesata la mancanza di normalità che da sempre caratterizza la maggioranza di governo.
Una mancanza di normalità data dalle ambizioni personali dei nostri politici, che prevalgono sull’ interesse del Paese, rendendo così, la rielezione di Mattarella, il frutto della vittoria dei giochi di palazzo.
Ebbene si, è questa la verità.
Questa tornata elettorale si conclude senza né vincitori, né vinti.
Ha trionfato un destino già scritto.
La paura di possibili elezioni anticipate ha fatto si tutti optassero per la strada più semplice e sicura.
Il vincere facile che non avrebbe staccato nessuno dagli scranni.
Una volontà di difendere il proprio posto, la quale fa a pugni con il senso di responsabilità che, invece, il Presidente Mattarella ha mostrato anteponendo le sorti dell’Italia ai progetti personali.
Una lezione politica e di vita, quella impartita da Mattarella, che probabilmente ai partiti non insegnerà nulla, visti i loro sguardi già rivolti verso le politiche 2023, ma che fa inevitabilmente riflettere sul reale significato del fare politica, ovvero lavorare per il bene del Paese anche a costo di dimenticarsi di se stessi.