di Anna Adamo
Sanremo é Sanremo, non è solo una frase di circostanza. Sanremo è Sanremo, per la capacità di andare oltre.
Oltre lo spettacolo, oltre gli artisti, oltre la musica, che non è mai semplice musica.
Ebbene si, perché la musica portata sul palco dell’Ariston è espressione di valori, di personalità e di pensiero, che ben si mescola con altre forme d’arte. Con l’intrattenimento e i monologhi, ad esempio.
Quei monologhi che, proprio come la musica, non sono mai semplici monologhi.
Sono un modo per vedere la realtà delle cose da un’altra prospettiva.
Quella prospettiva che si tende a nascondere, a non guardare quasi mai, perché troppo scomoda e non corrisponde a quello che la gente vorrebbe sentirsi dire.
No. Non non vi aspettate di vederla subito quest’altra prospettiva.
Perché, non la vedrete mai. Almeno fino a quando non guarderete oltre quello che si dice. É lì che tutto è nascosto. Oltre.
Questo qualcosa che è oltre ciò che si sente o si dice, è possibile trovarlo nel monologo tenuto ieri sera da Maria Chiara Giannetta.
L’aver portato sul palco dell’ Ariston persone non vedenti e aver spiegato quanto si possa apprendere da costoro, non può e non deve essere visto come un modo per far capire quante cose si possano fare nonostante si abbia una disabilità o quanto speciale sia chi ha una disabilità.
Perché, avere una disabilità non significa non poter o non dover fare delle cose.
Così come non significa essere speciali.
Essere speciali, sia chiaro, è tutt’altra roba.
Una roba che nulla ha a che fare con la disabilità. Che le persone non vedenti fossero su quel palco é quanto di più normale possa esistere. Si, è vero,erano non vedenti.
Essere non vedenti non é una cosa comune ai più, ma è altrettanto vero che ancor prima di essere non vedenti siano persone.
Ed è proprio in quanto persone che devono essere prese in considerazione.
È in quanto persone capaci di portare su quel palco la propria esperienza di vita, così come ha fatto qualsiasi altra persona normodotata attraverso la musica o un altro tipo di arte, che devono essere visti.
E si, affinché ciò avvenga è necessario andare oltre.
Oltre quello che è stato detto, che abbiamo sentito o che abbiamo voluto capire.
Oltre quello che solo un festival come quello di Sanremo riesce a comunicare.