“Il 2022 sarà certamente un anno pieno di problemi, tra attuazione del Pnrr, crisi ucraina, caro bollette e uscita dalla pandemia. Ma può essere anche l’anno della svolta per il nostro sistema politico, ci sono tutte le condizioni perché questo accada. Fortunatamente ci siamo lasciati alle spalle le fasi della casta, della rottamazione e del sovranismo. Oggi alla politica viene richiesta competenza, esperienza e buon senso nel risolvere problemi. E noi ora abbiamo l’assetto migliore per dare queste risposte, con Mattarella al Quirinale e Draghi alla guida del governo. Una soluzione che, per una volta, risponde a quello che chiedevano insieme i cittadini, l’Europa e le forze sociali”. Cosi Dario Franceschini, ministro della Cultura, a Repubblica. Per Franceschini “il centrodestra per molto tempo si è retto su un centro forte che viaggiava attorno al 30 per cento, cioè Forza Italia, e una destra marginale. Non è normale che negli ultimi tempi siano invece cresciute due forze, la Lega e Fratelli d’Italia, che si contendono uno spazio a destra ai confini del sovranismo mentre il centro è divenuto quasi marginale. Il mio auspicio è che ci sia un riequilibrio. Avremmo tutti da guadagnare da un avvicinamento della Lega al centro, da una sua evoluzione in questa direzione. Vedo che anche Salvini si sta positivamente interrogando sul futuro posizionamento della Lega”. Il ritorno ad una legge elettorale proporzionale può favorire questa evoluzione? “Si’, potrebbe aiutare la formazione di un’area conservatrice moderata nel centrodestra, perché verrebbe meno la necessità di coalizzarsi forzatamente prima del voto. Tuttavia credo che questo percorso possa compiersi lo stesso anche senza cambiare la legge”. Al centro però c’è molto movimento: Toti e Renzi pensano di costruire una federazione per correre insieme alle Politiche del 2023. “Non credo alla rinascita di un Grande Centro trasversale, ago della bilancia. Penso invece che lo spazio del centro sia comunque dentro i due rispettivi poli”.