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15 Novembre 2024

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Arte e bellezza, ecco Enrica Scielzo, la prima guest trans di QVC Italia

Di Felice Massimo De Falco

Enrica Scielzo è la prima guest transessuale di QVC Italia oltre ad essere la prima fashion e beauty blogger transessuale al mondo.

Nata a Salerno, si è laureata con lode in Lingue e Culture Straniere presso l’Università degli Studi di Salerno, prima di cominciare la sua carriera come modella. Nel 2012 si classifica al primo posto nel concorso Fresh Face of Italy e compare sulle più grandi piattaforme di modelli come nuovo volto internazionale.

Ha vissuto a Barcellona, Milano, e Londra, collaborando come fashion editor e contributor per alcune testate di moda in parallelo alla sua carriera di modella.
Nel 2014 apre The Ladyboy, il primo blog di moda e bellezza al mondo dedicato all’universo transgender, “un invito alla spensieratezza, alla bellezza, all’essere se stessi”. Da qui il lancio verso una carriera come influencer nel campo della moda e della bellezza, che la porterà a comparire sulle più prestigiose riviste quali Vanity Fair, Il Fatto Quotidiano, Elle Italia, nonché ospite di vari programmi nazionali ed internazionali (Nemo Nessuno Escluso, Masters of Photography, …).
Nel 2017 tiene due conferenze per la NYU (Università di New York) sul tema del genere, ed ha lavorato come corrispondente moda per la New York Fahion Week.

Enrica Scielzo collabora con aziende di prestigio quali La Mer, Jo Malone, Sephora, Notino, Lookfantastic, ecc., ed ha recentemente iniziato la sua carriera come consulente e formatrice per le aziende ed insegnante di social media e comunicazione.
Amante del vintage, dei vecchi film in bianco e nero e delle grandi icone del passato, è stata definita una moderna Sophia Loren per l’allure mediterraneo che la contraddistingue.

Nel 2019 si diploma prima come consulente di immagine certificata e poi come makeup artist professionista presso la BCM di Milano con votazione 30& lode, dando vita a un nuovo progetto: The Lookmaker, che coniuga la sua grande passione ed expertise nel campo della bellezza a nuovi strumenti di professionalità.
Nel 2021 è uscito il suo romanzo autobiografico, “Diario di una trans”. Ora l’approdo sognato su QVC

 Cosa comporta essere la prima guest transessuale in QVC Italia?

Penso che stiamo lanciando un messaggio bellissimo nel nostro paese! QVC è un’azienda solida e all’avanguardia, che ogni giorno entra nelle case di milioni di italiani in diretta e per 17 ore al giorno, sette giorni su sette, 364 giorni all’anno. Sono onorata del ruolo che mi è stato assegnato perché penso che l’inclusività non deve essere solo l’argomento di tendenza, ma deve entrare nella nostra vita di tutti i giorni. Deve diventare quotidiano, familiare. In Italia non si vedono spesso persone transessuali in TV – soprattutto non in ruoli di spicco – e introdurre per la prima volta nella storia della televisione una persona transessuale nel ruolo di guest ed esperta di moda è un forte segnale di come le cose stiano cambiando in meglio nella nostra società.
 
Hai lavorato come modella. Che ambiente è quello della moda? Si trovano persone intellettualmente interessanti?

Negli ultimi anni la moda si è divisa in due gruppi sempre più distinti: la moda come Arte ed espressione e la moda fatta di prodotti furbi facilmente rimpiazzabili, che altro non sono che puro business e marketing. Sono rimasti in pochi a riuscire a coniugare in maniera sapiente queste due dimensioni di sogno e realtà, creatività e commercio. Quelle sono le persone che io reputo interessanti, quelle in grado di ispirarci e di insegnarci qualcosa allo stesso tempo. La prima che mi viene in mente è Sara Blakely, la creatrice di Spanx: è partita da un’esigenza reale e ha finito col credere così tanto nella sua visione creando un prodotto che è diventato un successo mondiale partendo da zero. La sua storia è stata di grande ispirazione per me.  
 
Il tuo volto segnato dalla bellezza è stato patinato da importanti riviste e dalle Tv nazionali. Secondo te, qual è il plus della tua carica femminile, pur essendo trans?

Io credo che proprio il fatto di essere trans abbia fatto sì che dovessi curare il mio lato femminile – sia interiore che esteriore – molto più di tante donne cisgender. E, come me tante, altre ragazze che condividono la mia situazione. Forse il fatto stesso di essere trans e non essere sempre riconosciute come donne dal resto del mondo accende noi quella scintilla di rivalsa, di voler essere donna a tutto tondo, in ogni situazione e in ogni momento della giornata. Abbiamo dovuto imparare a coltivare il nostro lato femminile in ritardo rispetto a tutte le altre, e a doverlo fare meglio. La soddisfazione più grande è proprio quando sono le altre donne a notarlo, perché lo trovo estremamente lusinghiero.

Ti sei mai sentita “fuori posto” per le tue caratteristiche fisiche?

Tutte le volte! Considera che sono alta 1.80 quindi ogni volta che metto i tacchi divento una “watussa” e mi sento in soggezione in mezzo alla gente. Si dice altezza mezza bellezza ma, credetemi, diventare alta due metri a volte ti fa sentire grottesca, soprattutto con gli uomini! Anche per questo ho deciso di dedicarmi alla professione di consulente di immagine, per imparare ad accettare e valorizzare il nostro corpo con tutti i suoi pregi e difetti, e insegnare gli altri a fare lo stesso.

La legge Zan si è arenata. Cosa manca al mondo gender per essere giuridicamente legittimato?

Non voglio entrare in campi che non mi competono come la politica, anche perché penso che sulla legge Zan sia già stato detto tutto quello che c’era da dire e chi non ha capito è perché ha fatto orecchie da mercante. Io credo che al mondo (gender o meno che sia) manchino le basi dei diritti umani per imparare a discernere cosa è giusto da cosa è sbagliato. Deridere, offendere, picchiare, umiliare, seviziare, rinchiudere, allontanare, uccidere una persona solo per il suo sesso, il suo genere o il suo orientamento sessuale non è giusto e non lo sarà mai, in nessun paese del mondo e in nessun momento storico.

Sei una delle massime esperte a promuovere contenuti sulla rete. Se dovessi promuovere la tua immagine, come ti presenteresti?

Bella domanda! In realtà forse il mio limite è proprio quello, che sono bravissima a vendere e promuovere gli altri ma non me stessa. In realtà non mi piace l’idea di incasellarmi in un brand, in un prodotto: sono una persona estremamente spontanea, esuberante, genuina, e mi mostro per quella che sono e per quello che mi piace. Oggi siamo tutti ossessionati dal branding, dall’identity, dal marketing, i colori giusti, il tone of voice, l’audience, gli insights, ma la verità è che rimpiango i tempi in cui eravamo persone e non brand. Spero che chi si avvicina a me e ai miei canali lo faccia per la persona che sono e non per il personaggio che ho costruito.

Sei amante del vintage, del bianco e nero, di epoche sfiorate. Ti attrae la nostalgia di quello che non hai vissuto?

Assolutamente sì. Anche su Instagram (@enricascielzo) ho sempre detto che la nostalgia è il sentimento umano che più mi rappresenta. Anzi, in un articolo sul mio blog (www.enricascielzo.com) ho coniato il termine “gelostalgia”, ovvero la sensazione di nostalgia nei confronti di qualcosa che non si ha vissuto. È un sentimento un po’ irrazionale la gelostalgia, eppure non posso fare a meno di guardare sempre con un certo rimpianto i vecchi film e i tempi andati. Probabilmente le cose non erano all’avanguardia come ora, forse non avevamo “tutto”, ma ci si divertiva con poco ed eravamo, chissà, più felici senza saperlo.

Perché gli etero adorano le trans?

“Questo dovresti chiederlo a loro, non a me
“ risponde sorridendo…
Diario di una trans è una lezione di vita per chi guarda con sospetta repulsione al mondo gender?

Diario di una Trans è un libro che vuole inviare un messaggio d’amore, di luce e di speranza alla mia generazione e a quella che verrà. Non voglio e non mi piace che venga ascritto in una qualche fantomatica “teoria del gender” perché è un libro che va ben oltre. Racconta la storia di una persona che ha realizzato il suo sogno nonostante tutte le difficoltà. Penso sia una storia in chiunque ci possa rivedere qualcosa di sé nel modo in cui la vita ci mette di fronte a degli ostacoli e sta a noi trovare la forza per affrontarli e superarli. Tutti noi cambiamo e ci trasformiamo nella vita: il mio è solo stato un cambiamento fisico più evidente, ma quello che penso sia il cuore del mio libro è la metamorfosi interiore che ci porta a raggiungere una dimensione di serenità. Ecco, questo è quello che mi piacerebbe rimanesse a chiunque legga il mio libro: la consapevolezza che, per quanto le cose sembrino andare per il verso sbagliato e ci sentiamo in balia delle tempeste, c’è sempre una luce, un faro, che ci indica la strada giusta per tornare a casa.

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