di Luca Mazzeo
L’onore di intervistare Ambrogio Crespi è grande. Con la sua grande umiltà ha dimostrato di essere un libro aperto mostrandosi sin da subito in tutte le sue sfaccettature, ha fornito degli spunti multiprospettici molto importanti su cui implementare dibattiti per costruire una nuova società. Ambrogio Crespi ha dimostrato di essere la voce adatta a parlare al cuore delle nuove generazioni.
Tra le sue innumerevoli collaborazioni qual è stata quella più entusiasmante?
È una risposta difficile da dare poiché tutte le collaborazioni e tutti i progetti che ho realizzato sono sempre stati scelti con assoluta consapevolezza e volontà; da “Enzo Tortora una ferita italiana” che racconta la storia di Enzo Tortora e del suo vissuto di malagiustizia per poi passare “Spes Contra Spem, liberi dentro” un progetto incredibile sul racconto di uomini detenuti con ergastolo ostativo che hanno fatto un percorso riabilitativo della loro anima, del loro credo interiore senza nulla volere in cambio; ma anche “Terra Mia, non è un paese per santi” che parla di persone sotto scorta, uomini che hanno intrapreso il cammino della legalità mettendo a rischio la loro vita denunciando le mafie e le criminalità organizzate. Poi c’è il docufilm su Capitano Ultimo, visibile su UltimoTV.it, che è proprio l’archetipo della legalità nel nostro paese ma anche “Generale Mori, un Italia a testa alta” dove abbiamo ripercorso cinquant’anni di storia del nostro Paese attraverso i racconti della lotta alle criminalità e al terrorismo attraverso il Generale Mario Mori ed il Colonnello De Donno.
Ho realizzato anche un progetto importantissimo per i giovani che è quello della storia di Giorgia Benusiglio dal titolo “Giorgia vive” dove raccontiamo appunto il pericolo che purtroppo i giovani incappano spesso con l’uso della droga, anche se sporadica. Durante la pandemia ho realizzato il docufilm “A Viso Aperto”, insieme a mio fratello Luigi. Abbiamo deciso di documentare sul campo i mesi della prima ondata COVID avvenuta tra marzo e giugno 2020.
Lei è un simbolo. Qual è stato il messaggio principale che ha voluto trasferire alla vecchia e nuova generazione attraverso i suoi documentari? Ritiene di esserci riuscito?
Il messaggio principale che ho voluto trasferire alla vecchia ma soprattutto alla nuova generazione è sicuramente un messaggio di cultura, di legalità, di bellezza e quindi sono tutti i messaggi che lasciano spazio alla speranza e che lasciano un significato importante, un termine di riflessione
Il messaggio principale che ho voluto trasferire alla vecchia ma soprattutto alla nuova generazione è sicuramente un messaggio di cultura, di legalità, di bellezza e quindi sono tutti i messaggi che lasciano spazio alla speranza e che lasciano un significato importante, un termine di riflessione. I ragazzi devono sapere che hanno la possibilità di scegliere il loro futuro, ogni strada che intraprendono è una strada scelta, non dettata da qualcun altro. Questo è quello che ho sempre cercato di fare nel mio piccolo, dare la possibilità di una visione diversa magari da quella di appartenenza. Non so se ci sono riuscito o meno sicuramente ho fatto di tutto per diffondere il messaggio.
Il mondo diverse abilità, di cui mi sono occupato spesso, secondo lei può essere inserito in un progetto di legalità? Si può immaginare un percorso comune o siamo nella logica dei compartimenti stagni
Sì assolutamente si deve assolutamente immaginare un percorso comune. I temi della legalità rientrano in un discorso trasversale ed è una battaglia comune che non ha diversità di alcun genere.
Come è noto lei ha lottato e lotta contro la mafia, Ad oggi se lei la dovesse descrivere brevemente cosa direbbe? Quali sono le privazioni a cui bisogna far fronte se si va contro” l’etica” di questi sistemi? Quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da fare secondo il suo punto di vista per arginare drasticamente codeste organizzazioni?
Il 15 gennaio 2022 insieme a Capitano Ultimo abbiamo presentato “UltimoTV” e lo abbiamo fatto proprio in quella data, il 29º anno dall’ arresto di Totò Riina. Abbiamo realizzato il primo speciale di ultimo TV con un racconto esclusivo del Colonnello Sergio de Caprio dove spiega quella che è stata la lotta alla mafia, l’arresto della Belva, le indagini condotte con la sua unità Crimor, l’inizio del declino di Cosa Nostra. Tuttavia sappiamo che le piramidi mafiose vanno avanti di padre in figlio, di figlio in figlio e nipote in cugini e e non è una cosa che finisce totalmente. E quindi, come dice Ultimo, bisogna andare a toccare proprio le nuove generazioni affinché figli dei figli, cugini e parenti possano staccarsi da quella radice marcia. La cultura criminale e’ la peggiore bestia che possa esserci. I ragazzini, soprattutto oggi e specialmente attraverso a una certa televisione, percepiscono quel senso di onnipotenza che si sgretola o venendo ammazzati o finendo in carcere. E la galera però, va detto che e’ tutt’altro che luogo di onore. Il carcere ti spoglia completamente. Vorrei che i ragazzi capissero questo. Una vita in galera e’ una vita sprecata. Non e onore, non è potere. E’ fallimento, e’ tutta fuffa, e’ finzione. Il vero potere e’ nella bellezza e nella luce della speranza. Il potere e’ dentro di se. Potere e’ “poter scegliere” il proprio cammino. L’obiettivo di “Ultimo TV” e’ quello di combattere sulla strada; toccheremo gli ultimi dando voce a chi voce non ne ha, a chi non riesce a gridare, staremo accanto ai fratelli bisognosi. Noi ci saremo. Sempre.
Si dice che la vita dà e toglie, ad Ambrogio Crespi cosa è stato dato e tolto nella sua vastissima carriera?
La vita da e toglie qualcosa a tutti. E’ un percorso altalenante e dove ci sta il bene c’è anche il male, sono tutti incroci che si ritrovano. Sicuramente gli ultimi 10 anni della mia vita sono stati estremamente significativi. Sono stato privato della libertà fisica, ma nessuno è mai riuscito a portarmi via la libertà interiore, quella della mia anima, perché sono sempre stata una persona libera: Libera di pensare, libera di esprimermi, libera di avere delle idee da portare avanti con convinzione e determinazione. Intorno a me ho sempre trovato – soprattutto in quest’ultimo periodo – persone che si sono unite alla mia battaglia e da loro ho ricevuto innumerevoli dimostrazioni di affetto. Ho una famiglia straordinaria, due bambini incredibili, insomma se da una parte ci sono stati e ci sono ancora momenti difficili dall’altra sicuramente li posso affrontare con tanto amore e tanta forza.
Cosa si aspetta dal futuro e quali sono i traguardi futuri che Ambrogio Crespi spera di raggiungere?
Abbiamo da poco iniziato a lavorare al documentario sulla mia storia… poi subito dopo sicuramente ci sarà un film. E’un lavoro intenso, doloroso ed emotivamente molto coinvolgente. Ma è anche qualcosa di straordinario perché alla fine resta quello che conta, torna quello che vale.