Di Felice Massimo De Falco
Dal Tamigi al Rio delle Amazzoni, un numero preoccupante di fiumi in tutto il mondo contiene livelli potenzialmente tossici di sostanze ed elementi dovuti all’inquinamento da farmaci.
A questa allarmante conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati dell’Università di York e altri 85 istituti di ricerca, che hanno esaminato fiumi in tutto il mondo nell’ambito del Global Monitoring of Pharmaceuticals Project, un progetto di monitoraggio coordinato dall’Università di York.
Il team, guidato da John Wilkinson, ha rilevato la presenza di 61 farmaci, come carbamazepina, metformina e caffeina, in 258 corsi d’acqua, molti dei quali non erano mai stati studiati in precedenza.
L’inquinamento farmaceutico, spiegano gli autori, sta compromettendo la purezza dell’acqua in tutti i continenti, e questo lavoro sembra evidenziare forti correlazioni tra lo stato socioeconomico di un paese e il tasso di contaminazione dei suoi fiumi.
I ricercatori sperano che incrementando le azioni di monitoraggio sia più semplice promuovere strategie volte a mitigare gli effetti dell’inquinamento da farmaci.
I campioni d’acqua sono stati prelevati da grandi fiumi come il Rio delle Amazzoni, il Mississippi, il Tamigi e il Mekong, e da corsi d’acqua più modesti, da zone in cui non si utilizzano i farmaci moderni, come piccoli villaggi venezuelani, e da alcune delle città più popolate del pianeta, come Delhi, Londra, New York, Lagos, Las Vegas e Guangzhou.
Oltre un quarto delle località, riportano gli studiosi, era associato a livelli preoccupanti di farmaci. “Il Global Monitoring of Pharmaceuticals Project – afferma Wilkinson – si avvale di 127 collaboratori, affiliati a 86 istituti di ricerca e costituisce un esempio eccellente di come la comunità scientifica globale possa unirsi per affrontare problemi ambientali su larga scala.
Questo lavoro migliora la nostra conoscenza legata alla distribuzione globale di prodotti farmaceutici. Il nostro approccio potrebbe essere ampliato in futuro per valutare altri parametri ambientali, come sedimenti, suoli e biomi, raccogliendo informazioni per un set di dati legati all’inquinamento su scala globale”.