“Occorre un solido patto politico fra riformatori per dare stabilità al Paese” in vista delle elezioni del 2023 e oltre. Lo spiega il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, al “Corriere della Sera”. “Tutti, forze politiche, governo, gruppi dirigenti, devono ragionare sul medio-lungo periodo. Non basta più – spiega – il ciclo elettorale e il ciclo politico. Serve un approccio strategico, che abbracci almeno l’intero decennio che abbiamo davanti”.
Per il Ministro, a siglare questo patto dovrebbero essere “quelli che stanno nelle grandi famiglie europee, popolare, socialista, liberale. Ma anche chi ha dato convintamente vita a questo governo. Quelli che stanno parlando la stessa lingua e remando nella stessa direzione perché’ questo esecutivo vada avanti. E nulla osta – aggiunge – che possa continuare anche dopo le prossime elezioni politiche”. Alla domanda se l’alleanza rinnovata sara’ guidata da Draghi, il ministro risponde che “cio’ che conta e’ la consapevolezza che quello di Draghi non e’ un riformismo qualunque, ma un riformismo governativo, dunque atteso alla prova della sua replicabilità: e’ la sfida di quest’anno, ma anche del 2023 e oltre. Draghi ha introdotto un metodo e una cultura, non solo di governo, saldamente ancorata allo spirito del riformismo europeista, che adesso deve avere il tempo di innervarsi nelle pubbliche amministrazioni, negli enti locali, nei corpi intermedi, partiti compresi. Io mi auguro che risvegli l’orgoglio responsabile di tutte le classi dirigenti”.