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19 Dicembre 2024

Chi siamo

Dio maledica chi non vede il passeggino di Kiev 

È la vista di un passeggino nella metropolitana di Kiev la scena che più mi colpisce di questa guerra che è alle porte di casa nostra.

Non riesco a non pensarci, sarà che sono padre da circa due anni e mi capita, ma è sentimento diffuso in chi lo è da poco, di sentirmi genitore di tutti i bimbi del mondo. 

Immagino il dramma, lo vivo, il piccolo lontano dalle sue cose, dai suoi giochi, dalla sua casa. Immagino il freddo ed i genitori che, in tutti i modi, tentano di distrarlo.

Li vedo, presi a raccontare storie, a sforzarsi di dare rassicurazioni sul fatto che presto passerà tutto o ancora impegnati a farlo addormentare nel tentativo di cancellare tutto quello che è attorno. 

Penso alla normalità, riscaldare il biberon con il latte, che diventa impresa proibitiva.

Penso alla rabbia di mamma e papà perché impotenti rispetto ad una tragedia così grande. Impazzirei.

Penso, ed è altra sofferenza, al dolore dei nonni. Penso a loro che se ne fregano del freddo e delle loro cose e che vorrebbero solo serenità per il loro cucciolo. Li vedo, lì a fissare il passeggino con gli occhi lucidi. 

È tutta questa roba una guerra. E quel passeggino la racconta. 

Che Dio maledica gli uomini che non lo vedono e quelli che lo hanno spinto giù per quelle scale. 

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