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18 Novembre 2024

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La guerra boomerang di Putin 

di Massimo Ricciuti 

Il primo giorno di guerra è costato alla borsa di Mosca una perdita di oltre duecento milioni di dollari. Poi la Borsa ha chiuso per “eccesso di ribasso”. Questa l’immediata conseguenza interna della guerra scatenata da Putin a Kiev. E’ una guerra tutta giocata in “famiglia”. L’Ucraina è un Paese NATO? No. Mentre la Polonia invece sì, e anche l’Ungheria di Orbàn! Pensate! E pure la Polonia! E anche la Romania, la Bulgaria, la Lettonia etc etc. In pratica la NATO si è espansa al punto di circondare Mosca e schiacciarla a est. Dov’è allora la “Grande Madre Russia”? Da nessuna parte. E’ un luogo immaginario. A State of Mind (come cantava Billy Joel a proposito di New York). Qualcosa che appartiene al mito. Ma non alla geografia. Neanche alla geografia politica. In assoluto crollo di popolarità e nel pieno di un disastro economico, come ai tempi dell’Unione Sovietica, il Paese è povero. I cittadini russi sono affamati, e la ricchezza appartiene a pochi oligarchi. Tutto si regge sul piano della figura mediatica dell’”uomo forte” e di un apparato militare totalizzante e costoso. Quindi Putin è stato costretto a attaccare l’Ucraina perché non avrebbe potuto certo attaccare un altro Paese. Deve vincere subito e deve vincere facile. Ogni giorno che passa è un giorno perso. Ogni giorno brucia denaro e appassisce la sua immagine. Inoltre deve garantire al suo apparato militare condizioni che non è in grado economicamente di garantire, pena il malcontento crescente nei militari come nella popolazione. E’ il tentativo di riscattarsi attraverso una operazione narrativa. Purtroppo si tratta di una narrazione abitata da “corpi”. E qui c’è sofferenza, dolore, morte. Comunque vada sarà un disastro. Dentro questa grande rappresentazione il dolore sarà il vero protagonista. E ha il volto de l’Urlo di Munch!

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