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17 Novembre 2024

Chi siamo

“Il femminicidio di Anna Borsa e quei segnali che dobbiamo imparare a riconoscere”

di Anna Adamo


Che siamo incapaci di imparare dagli avvenimenti passati non è una supposizione, ma un dato di fatto. A dimostrarlo è la tragica morte di Anna Borsa, uccisa dall’ex fidanzato mentre era a lavoro, con un colpo di pistola alla testa.
Si, perché Anna non è la prima persona che ha perso la vita a causa di un amore malato e, probabilmente, non sarà neanche l’ultima. E ora, a giochi fatti, è inutile pensare a cosa si sarebbe potuto fare per evitare che tutto ciò accadesse.
Perché, qualcosa si sarebbe potuto fare sicuramente, del resto c’è una soluzione a tutto.
Il problema è che noi i nodi al pettine riusciamo a scioglierli sempre dopo, quando è troppo tardi, quando scioglierli non serve più a nulla, per la precisione.
No, non si dica che gli uomini violenti sappiano mascherare bene le proprie intenzioni e le donne non lasciano ci si accorga quando sono vittime di questi ultimi, perché non è proprio così. I segnali sono evidenti, siamo noi che non riusciamo a riconoscerli.
Siamo noi che dell’amore sappiamo poco o nulla, al punto da credere che sia amore anche ciò che con quest’ultimo non ha nulla a che fare.
Al punto da essere disposti a tutto, per un attimo di felicità.
Che poi, soprattutto noi donne, dovremmo tenere bene a mente una cosa prima di agire in tal senso: se una persona vuole davvero renderci felici, lo fa sempre, non ad intermittenza, non con i maltrattamenti di mezzo. Se dopo un attimo di felicità entra in gioco il maltrattamento, non si tratta di amore.
Ed è in quel momento che bisogna scappare, che bisogna trovare il coraggio di dire basta, prima che a dirlo sia qualcun altro, così come è stato detto per Anna.
Forse questa è una di quelle cose che ci sembrerà di aver sentito dire un milione di volte, soprattutto nel corso dei convegni ai quali ci capitato di prendere parte.
Ed è vero,lo è.
Così come è vero che, se alle parole venisse dato il peso che meritano e tutto ciò che durante i convegni si dice venisse realmente preso in considerazione e le leggi venissero applicate, sarebbero sempre meno le donne morte a causa di un uomo violento.
È inutile girarci intorno, il fulcro di tutto è proprio questo: la nostra incapacità di applicare le leggi, di trasformare in azioni concrete ciò che siamo bravissimi a dire con le parole. Eppure, se ci riuscissimo tutto sarebbe più semplice, più giusto.
Che il femminicidio di Anna Borsa sia avvenuto a pochi giorni dall’ 8 marzo non è un caso.
É qualcosa che ci conferisce l’opportunità di fare ciò che non abbiamo mai fatto.
Facciamoli i convegni, parliamo di donne, di violenza e di femminicidi, ma con il solo intento di trasformare in azioni concrete quello che diciamo ed evitare che ciò che è accaduto ad Anna e a tante altre donne prima di lei si verifichi ancora.
Abbiamo una nuova opportunità per essere persone migliori, non lasciamocela scappare.
Lo dobbiamo ad Anna, a tutte le donne alle quali è toccata la sua stessa sorte.
Ma, lo dobbiamo soprattutto a noi stesse che siamo qui, sane e salve e conosciamo l’amore, quello vero, ma sappiamo bene che al posto di Anna ci sarebbe potuta essere ognuna di noi, in quanto, purtroppo, nessuno è immune dalla furia di certi uomini violenti.

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