Di Felice Massimo De Falco
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha voluto ringraziarlo pubblicamente: Pier Francesco Zazo, ambasciatore in Ucraina, ha salvato solo la notte scorsa 100 vite, tra cui venti bambini. Ora è impegnato nel complicato trasferimento della mission diplomatica italiana a Leopoli, ma con l’incedere della guerra e il continuo aumentare del flusso dei profughi ai confini dell’Unione europea, il grosso del lavoro sta ancora per iniziare.
Ma chi è questo nostro eroe civile? Zazo è nato a Benevento nel 1959 e, come molti diplomatici italiani, si laurea in scienze politiche alla Luiss nel 1984. L’anno dopo entra in diplomazia e nel 1986 viene nominato Segretario di legazione al Dipartimento per la Cooperazione allo Sviluppo.
Sono gli anni in cui il servizio militare è ancora obbligatorio e, assolta la leva, nel 1987, Zazo entra nella segreteria particolare del sottosegretario agli Esteri e dopo pochi mesi alla direzione generale Emigrazione.
Parla il tedesco, l’inglese, il russo, il francese e lo spagnolo e nel 1988, finalmente, il primo incarico all’estero: secondo segretario a Seul dove sarà anche segretario commerciale e, dal 1992, primo segretario. A metà di quell’anno viene trasferito a Stoccolma come primo segretario commerciale e poi consigliere di legazione. In Svezia resterà fino al 1996, quando torna a Roma per lavorare di nuovo alla direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo dove resta fino al 1999 quando arriva per la priva volta a Kiev e assumere il ruolo di primo consigliere. Tre anni dopo è consigliere commerciale a Mosca, dove nel 2003 diventa Consigliere di ambasciata, poi Primo consigliere commerciale.
Nel 2006 è di nuovo a Roma, ancora alla direzione generale per la. Cooperazione allo sviluppo e nel 2010 il passaggio di grado a Ministro plenipotenziario che lo porta a diventare ambasciatore a Canberra (con competenze per un’anrea vastissima che va dall’Australia alle Isole Figi, a Papua Nuova Guinea, Vanuatu, Isole Salomone, Micronesia e Repubblica di Nauru.
Dal 2018 è alle dirette dipendenze del direttore generale per la promozione del sistema Paese e poi per la Mondializzazione e le Questioni globali e infine inviato speciale per gli Stati insulari di piccole dimensioni del Pacifico e coordinatore per la partecipazione dell’Italia ai programmi multilaterali riguardanti l’Antartide.
Torna in Ucraina con la moglie e i due figli nel gennaio del 2021 come Ambasciatore d’Italia, un anno e due mesi prima dello scoppio della guerra.