Di Felice Massimo De Falco
“Il nostro obiettivo era capire qualcosa di più sulle ore effettive degli insegnanti. Mancano i dati ufficiali. Ci vorrebbero dati ben definiti dal Ministero e poi il passo successivo sarebbe quello di definire nel contratto quali e quante ore da lavorare complessivamente. Si tratta di una mancanza molto forte”.
Lo ha detto Carlo Cottarelli, direttore Osservatorio conti pubblici italiani, intervenuto ad Orizzonte Scuola Tv a proposito del lavoro sommerso dei docenti, riportando i numeri della ricerca che il suo osservatorio ha condotto sul tema recentemente.
“La prima cosa che c’è da fare è avere più informazioni, per far capire le cose che si fanno – continua l’economista -. La seconda cosa che bisognerebbe fare è tabula rasa di tutti i compiti burocratici, andiamo a vedere le cose che stanno al di fuori dell’insegnamento frontale e la correzione dei compiti e preparazione delle lezioni. L’impressione che io ho è che le relazioni che vengono fatte non sono lette mai da nessuno“.
“Io credo che non è che abbiamo pochi insegnanti ma abbiamo insegnanti poco pagati, perché rispetto agli altri paesi, noi abbiamo come dimensioni delle classi 2 unità più piccole rispetto ad altre nazioni. Dagli anni 70′ c’è stato un calo progressivo di alunni per il calo demografico e un aumento di insegnanti”, spiega Cottarelli, che aggiunge: “però gli insegnanti sono pagati meno rispetto agli altri Paesi. Non tanto all’inizio di carriera, ma la progressione in carriera è più rapida per gli altri Paesi.”
Poi, evidenzia l’esperto, “c’è un problema di formazione non quando cominciano gli insegnanti a lavorare, ma nel corso della vita, risultano meno formati rispetto agli altri Paesi“.
Infine, secondo l’ex direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale, sarebbe “necessario per gli insegnanti e il resto della pubblica amministrazione, avere un legame più stretto tra quello che è la qualità del lavoro che si fa, perché non tutti gli insegnanti sono uguali, e i premi che vengono dati con la progressione di carriera“