Di Felice Massimo De Falco
Veronica Di Nocera è una cantautrice campana di 26 anni. Nel 2016, ha raggiunto la semifinale nazionale della 59° edizione del Festival di Castrocaro e la finale nazionale del Festival di Ghedi, mentre, a giugno del 2017, è arrivata alla finale nazionale della prima edizione del Premio Mario De Rosa con la partecipazione in giuria di Mogol.
Nel 2018 ha frequentato il Master of Music presso la Luiss Business School, grazie al quale ha avviato il suo progetto musicale che si snoda tra ritmi elettronici e pop, combinati tra loro, fungendo da partitura musicale ed emotiva alle tematiche trattate. Infatti, ogni strumento scandisce la parola, pensata per racchiudere un’esperienza personale e collettiva.
Il 30 gennaio 2020 esce il brano Kaleidoscopio, prodotto da Cantieri Sonori e incentrato sul tema del bullismo. Il videoclip del brano è stato presentato in occasione della giornata nazionale contro il bullismo nell’ambito del tour Inverti organizzato dalla Regione Campania, rientrando, inoltre, tra i primi 6 su oltre 700 progetti nella finale della V edizione del Sicily Farm Film Festival di Agrigento. Il 17 marzo, il singolo è arrivato in semifinale al Primo Maggio Next.
A fare da ponte tra il primo e il secondo singolo è stata proprio la voce: Wonder Woman, pubblicato il 10 giugno, è dedicato alla disparità di genere e alla violenza sulle donne, il cui videoclip raccoglie circa cinquanta testimonianze di donne e uomini inerenti alle tematiche affrontate.
Il 24 agosto si è esibita al Meeting del mare nella sezione artisti emergenti, aprendo il concerto di Fulminacci.
Acustico, pubblicato il 29 gennaio 2021, nasce da una sua esperienza personale: parla di suo cugino Desio, un bambino autistico. Il brano presenta sfumature elettroniche e si tramuta in un’esperienza sensoriale, tramite l’inserimento di suoni che vogliono restituire il punto di vista di una persona autistica. Veronica ha presentato Acustico al pubblico in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, presenziando ai programmi televisivi e radiofonici: Storie Italiane, Detto Fatto, RTL 102.5, Rai Radio2 e Rai Radio Live. Acustico, inoltre, è il videoclip vincitore del “premio della critica” dell’edizione 2021 del festival internazionale Tulipani di Seta Nera.
A luglio, Veronica ha preso parte alla finale del Premio Bianca d’Aponte e ha ricevuto il premio Festival Estivo di Piombino – “International Music Contest” come miglior progetto emergente.
Nel 2021, Veronica è stata, inoltre, tra gli artisti selezionati tra Campania, Calabria e Sicilia per prendere parte al progetto Artworker, promosso dall’Università degli Studi di Salerno, per il quale ha composto il brano Madrugada, incentrato sulla condizione delle donne Afghane che è stato scelto per concorrere al premio Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty, promosso da Amnesty International.
Vivarium, in uscita il 22 aprile 2022, è un brano incentrato sulla tematica del cambiamento climatico. Il singolo, infatti, vuole essere una lente di ingrandimento capace di mettere a fuoco non solo le catastrofi ambientali, ma anche quelle umane.
Dopo il successo di ACUSTICO, incentrato sull’autismo, il nuovo progetto musicale di Marianna Di Nocera vede la cantautrice impegnata a confrontarsi con l’importante ed attuale tema del cambiamento climatico. “Vivarium”, infatti, vuole essere una lente di ingrandimento capace di mettere a fuoco non solo le catastrofi ambientali, ma anche quelle umane.
“C’è qualcosa che non va dentro questo Vivarium” cita un verso del brano di Veronica, che ha costruito il testo a partire dalla figura di un alieno che, costretto ad effettuare un atterraggio di emergenza, si trova catapultato nel 2020. Ciò che vede è un mondo dominato da catastrofi, sia ambientali che umane, all’interno delle quali gli uomini si muovono senza mai fermarsi, anche solo per un istante, a riflettere sulle ripercussioni delle loro azioni.
Come afferma la stessa Veronica – «Ho scelto di chiamare il mio brano “Vivarium” perché, soprattutto negli ultimi anni, la Terra si sta trasformando sempre di più in una fragile e usurata teca di vetro, dove tutti noi viviamo inconsapevoli di come anche un solo cambiamento nell’ecosistema potrebbe causare una reazione a catena irreversibile. Così, questo nostro continuo ignorare ci ha spinto a perdere consapevolezza di quanto ci circonda, arrivando a danneggiare la Terra e, quindi, noi stessi. Il nostro agire, infatti, ha fatto scaturire un meccanismo che ci sta distruggendo anche dal punto di vista morale ed è necessario aprire gli occhi per prendere consapevolezza, il prima possibile, delle conseguenze che già stiamo subendo, prima tra tutte la guerra, triste fotografia della totale perdita di lucidità alla quale stiamo assistendo».
“Vivarium” si presenta come un brano dalle sfumature elettroniche, ispirate a Moby, e da suoni che creano una sospensione spazio-temporale, riproducendo la sensazione di una corsa contro il tempo.
Marianna si mette “a nudo” per noi
- Tratti temi importanti. Da dove trai ispirazione?
Le mie canzoni, è vero, trattano tematiche importanti, e la mia fonte di ispirazione è il quotidiano che mi circonda. Ad esempio, “Kaleidoscopio” è un brano che parla di me stessa e della mia esperienza con il bullismo mentre, “Acustico”, è dedicata a mio cugino Desio, un ragazzo autistico. Cerco sempre di dare a voce a tematiche che sento vicine e che so che non vengono affrontate abbastanza in ambito musicale.
- I tuoi testi hanno contribuito alla causa?
I miei testi sono diventati un barlume di speranza per molte persone che mi hanno ascoltata e apprezzata. Mi viene detto spesso, infatti, che “Acustico” è diventato un vero e proprio inno dell’autismo per molte famiglie e per molte mamme che necessitavano di un brano che potesse spiegare cosa fosse l’autismo a chi li circonda.
- Quando hai scoperto che il canto fosse la tua strada?
L’ho scoperto da molto piccola. Mi piaceva cantare a squarciagola le canzoni che ascoltavo in radio ed esibirmi al Karaoke. A 5 anni mia madre scoprì che avevo un talento innato per gli strumenti e per questo motivo mi ha spronata a proseguire su questa strada e a prendere lezioni di chitarra e di canto.
- Quali connessioni emozionali si attivano quando canti?
Quanto canto mi sento nel mio mondo, un mondo dove tutto ciò che mi circonda è al posto giusto e le ansie, le paure e i brutti pensieri lasciano spazio ad una libertà che solo la musica mi sa donare.
- Parlaci di Vivarium
Viarium è un brano che ho scritto per dare voce a un tema che ho molto a cuore. Ho voluto descrivere il cambiamento climatico e sociale che stiamo riscontrando negli ultimi anni attraverso la storia di un alieno che, giunto sulla Terra dell’anno 2020, si rende conto che “c’è qualcosa che non va nel nostro Vivarium. Bombe che cadono sulle macerie, fiamme alte, acqua nero petrolio, sono solo alcune immagini che ho voluto citare nel mio testo e che, agli occhi del nostro alieno, rendono l’essere umano un “insetto con le mani” strano, che preferisce far finta di non vedere cosa sta accadendo alla nostra Terra, piuttosto che agire e trovare una soluzione.
- Cosa possiamo fare per evitare catastrofi ambientali?
Credo che ci sia bisogno di informarsi. Partendo dalle informazioni è possibile, di conseguenza, apportare dei cambiamenti al nostro stile di vita, che possono migliorare anche ciò che ci circonda. Ognuno di noi deve prendere coscienza che il cambiamento climatico ci sta portando verso un punto di non ritorno, al quale, tra pochi anni, sarà impossibile porre rimedio. È necessario agire e farlo in fretta.
- Quale sarà il prossimo tema?
Non so se nel mio prossimo brano parlerò di un tema. Come dicevo poc’anzi, mi ispiro a ciò che mi circonda e non sempre seguo uno schema ben definito. Chi sà, forse mi sentirete cantare d’amore!
- La pandemia ha piegato il mondo dello spettacolo. Come hai reagito?
In questi due anni ho cercato di “sopravvivere” sfruttando la risorsa primaria che avevo a disposizione: internet. I social mi hanno permesso di rimanere a galla e di farmi notare anche quando il mondo fuori sembrava non ritornare più come prima. Ho reagito cantando, iscrivendomi a concorsi online, facendo dirette in cui parlavo di musica e dando vita a un festival musicale con la mia pagina “Ivisionatici” che ha da poco preso forma.
- Cantare é come fare l’amore?
Beh, non direi, ma la sensazione di appagamento dopo aver scritto un brano o averlo cantato in pubblico forse è molto simile.
- Cosa provi davanti al pubblico?
Ammetto che cantare in pubblico non è ancora diventato semplicissimo per me, ma adesso è diventata una sfida che affronto ogni volta che salgo su un palco e che mi fa sentire come messa alla prova in modo positivo. Non c’è niente di più bello dell’avere un pubblico che canta con te, che ti sorride e che a fine esibizione ti applaude. Il pubblico è tutto