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19 Dicembre 2024

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La Ue crea il suo mini-esercito: cinquemila uomini e più fondi per la spesa militare

Di Felice Massimo De Falco

I ministri degli Esteri e della Difesa dei Ventisette Stati dell’Unione europea hanno approvato la nuova strategia di Difesa europea che ha come perno la costituzione di una forza militare di circa 5 mila soldati, da fare intervenire in casi simili all’evacuazione dell’aeroporto di Kabul, e un aumento della spesa militare per poter effettuare autonomamente interventi militari entro il 2025.
“Non è la risposta alla guerra in Ucraina, ma fa parte della risposta”, ha spiegato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine del Consiglio. “Quando abbiamo iniziato a lavorare, non potevamo immaginare che all’ultimo momento dell’approvazione la situazione sarebbe stata cosi’ grave e che l’Europa avrebbe dovuto affrontare una sfida cosi’ grande”, ha aggiunto.

“L’Ue non è sufficientemente attrezzata per affrontare le attuali minacce e sfide”, si legge nel preambolo nel documento approvato oggi, ufficialmente denominato Bussola strategica. E per attrezzarsi si propone di utilizzare i gruppi tattici creati nel 2007 per costituire questa forza di reazione di 5 soldati, aumentare la spesa militare (oggi all’1,5%) e coordinarla meglio per evitare doppioni.
La forza dei 5 mila soldati avrà “componenti terrestri, aeree e marittime” e sara’ dotata di mezzi di trasporto per poter “effettuare interventi di soccorso ed evacuazione dei cittadini europei” intrappolati nei conflitti.
“L’attuale ambiente ostile richiede un salto di qualità. La Bussola ci offre un piano d’azione ambizioso per una maggiore sicurezza e difesa dell’UE per il prossimo decennio”, ha ribadito Borrell. In questo modo, l’Ue si dota di un “piano d’azione ambizioso” per rafforzare la sua politica di sicurezza e difesa da qui al 2030 con obiettivi e scadenze specifici, e per avere maggiore capacita’ di agire e collaborare con i suoi partner per salvaguardare i suoi valori e interessi.
L’Ue è convinta che con maggiore forza e capacità in campo militare potrà “contribuire positivamente alla sicurezza globale e transatlantica”, in complementarita’ con la Nato che “continua a essere la base della difesa collettiva dei suoi membri”.
Inoltre, l’Ue si renderà capace di schierare 200 esperti di missioni della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc) completamente attrezzati, anche in ambienti complessi, nonché a condurre regolarmente esercitazioni a terra e in mare. La mobilità militare sarà migliorata e le missioni e operazioni civili e militari della Psdc saranno rafforzate promuovendo un processo decisionale più rapido e flessibile, garantendo una maggiore solidarietà finanziaria.
La Bussola prevede inoltre di stabilire una politica di cyberdifesa, una serie di strumenti per fermare la manipolazione e l’ingerenza nelle informazioni provenienti dall’estero, sviluppare una strategia spaziale per la sicurezza e la difesa e rafforzare il ruolo dell’Ue nella sicurezza marittima.
Per soddisfare queste richieste, gli Stati membri si impegnano ad aumentare sostanzialmente la loro spesa per la difesa e rafforzare la base tecnologica e industriale dell’Europa. A tal fine, l’Ue fornirà maggiori incentivi agli Stati membri per collaborare allo sviluppo delle capacità e investire insieme, anche nell’ottica di colmare le lacune strategiche e ridurre le dipendenze tecnologiche e industriali.

Oggi la spesa militare di tutti gli Stati europei è di circa 200 miliardi di euro, l’1,5% del Pil. Era in calo fino al 2014, anche in modo veloce, poi ha cominciato a crescere fino al 1,5%. Ma dobbiamo investire di più. E sono sicuro che tutti capiranno che se vogliamo spingere nell’innovazione nella difesa a essere più in grado di affrontare situazione come quella che stiamo affrontando ora in Ucraina ci servono della capacità. E con l’1,5% del Pil non è sufficiente”, ha spiegato Borrell.
“Dobbiamo spendere di più e dobbiamo spendere meglio. Meglio vuol dire evitare doppioni ed evitare lacune. Stiamo lavorando ora per studiare a fondo questi divari, dove sono. Dove non abbiamo gli strumenti e i mezzi per reagire e cosa ci manca e cosa abbiamo due o tre volte che non è efficace”, ha spiegato il capo della diplomazia europea.
“I duecento miliardi sono più o meno quattro volte la spesa militare della Russia, tutti insieme spendiamo circa quattro la volte la Russia ma di certo che non la stessa efficienza”, ha sottolineato il diplomatico spagnaolo. “Duecento miliardi è la spesa militare della Cina, tutti insieme spendiamo piu’ della Cina, ma certamente non e’ la stessa cosa ventisette parti diverse che un’unica struttura militare integrata”, ha concluso Borrell.

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