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19 Dicembre 2024

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Labocetta “Serve un manifesto fondato sulla cultura per lanciare il centrodestra”

“Tra un anno il centrodestra potrebbe nuovamente sbaragliare gli avversari di sempre. Ma deve assolutamente ritrovare le ragioni di una unità vera, effettiva, e non certo di facciata. Ecco perché occorre stoppare subito le insopportabili polemiche, i distinguo, le fibrillazioni che si riflettono in maniera lacerante sulle tifoserie territoriali”. Lo ha detto Amedeo Labocetta, presidente dell’associazione culturale Polo Sud ed ex deputato di centrodestra.  

“E’ proprio questo insopportabile clima – ha aggiunto – che fa male a tutti. E che ti fa pensare quanto oggi avrebbe potuto fare una figura di grande equilibrio, di alto spessore, che si e’ sempre sforzato di capire le ragioni degli altri. Penso al compianto Pinuccio Tatarella. Ma poiché uno come lui non lo si può certo reinventare, perché non ripartire da un grande progetto culturale? Gli elettori, ne son convinto da tempo, apprezzerebbero molto se Meloni, Salvini e Berlusconi decidessero di affidare ad alcuni grandi opinionisti, giornalisti e scrittori la predisposizione di un manifesto fondativo per la Nuova Italia. Un progetto di ripartenza ricco di idee nuove, positività, creatività, serietà e soprattutto tanta voglia di futuro. Sto pensando a Veneziani, Buttafuoco, Sallusti, Minzolini, Belpietro, Feltri, Sgarbi, Sangiuliano, Porro, Senaldi, Farina, Bechis, Storace, Chiocci, Giordano Bruno Guerri, Borgonovo, Cardini, Landolfi, Malgieri, Solinas, Sansoni, Di Meo. La lista potrebbe continuare a lungo. Ne vogliamo parlare seriamente?”.  

Labocetta fa sapere di avere l’intenzione di chiedere “all’amico di sempre Marcello Dell’Utri, che ha una sensibilità culturale fuori dal comune, se l’idea e’ praticabile, perseguibile, meritevole di impegno e sforzi. In tal caso penso che prima della pausa estiva, la Capitale del Sud potrebbe essere una location ideale per una convention fondativa. Una tre giorni dove la politica potrà ascoltare dalla platea il pensiero di tante libere intelligenze. Un incontro controcorrente, anticonformista, non rituale” conclude Laboccetta

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