Non seguo le vicende del Napoli. Qui se ne occupa, ed è un fenomeno, Katia Vitale. Dico però la mia, forse sbagliando, è pensiero opinabile.
La sconfitta con l’Empoli è un giro di boa, un punto di non ritorno. È episodio, con tutta la gestione del post partita, che racconta una storia.
I limiti del patron
Al Napoli manca qualcosa per il grande salto, ed è la storia di questi ultimi anni, e secondo chi scrive, la colpa principale, senza girarci attorno, è del Presidente De Laurentiis.
La squadra ha i suoi sbalzi umorali.
Il carattere del Presidente, coatico nella gestione delle cose, impulsivo, non consegna serenità allo spogliatoio.
Non garantisce quiete agli allenatori. Nei suoi anni il patron ha avuto, di fatto, rapporti conflittuali con tutti. Non è mai stato il padre saggio che media e costruisce ma il distruttore di ogni equilibrio.
Non ha costruito, con rarissime eccezioni, una management serio ed affidabile, riconoscibile.
Non ha investito nel futuro, non la ha fatto con i giovani e non lo ha fatto, come altri grandi club, nelle infrastrutture. Quelle che coltivano talenti, quelle che ‘organizzano calcio’.
Finito il film
Forse è arrivato il tempo dell’addio.
Il produttore cinamatografico ha dato tanto alla città, ha ricevuto tantissimo.
Questo film è giunto, ormai, ai titoli di coda.
È il tempo di una nuova sceneggiatura, di una nuova storia. È il tempo di un protagonista che tifa Napoli