Donato D’Aiuto è il nuovo segretario cittadino di Azione, il partito di Carlo Calenda. Il congresso cittadino, celebrato al Polo Nautico di Salerno, ha avviato la nuova stagione.
L’avvocato, con famiglia di origine cilentane, ha base a Salerno ed esercita in tutto Paese.
Con una solida formazione di ispirazione liberale ha sempre creduto, fin dal primo momento, nel progetto di Azione.
Sensibile alla tradizione socialista, quella riformista e liberale per formazione e per ‘scelte affettive’, sarà guida autorevole del movimento.
Cosa cambia per Azione in città ora che c’è un segretario ed una squadra?
Cambia il fatto che adesso non abbiamo più alibi. La nostra azione politica sarà rivolta a due grandi obiettivi: da un lato ci teniamo a portare all’attenzione dei cittadini i temi che riempiono l’agenda politica del Governo per fare in modo che tutti possano formarsi una propria idea sulla base di informazioni e pareri qualificati; dall’altro lato nominerò nelle prossime settimane dei referenti tematici cittadini che, in sinergia con i Tavoli Tematici provinciali del Partito, si occuperanno di sviluppare delle proposte concrete e realizzabili da sottoporre all’Amministrazione Comunale.
Io credo che Salerno debba prima di tutto recuperare la sua gestione ordinaria. Non si può pensare allo straordinario se prima non si recupera l’ordinario
Lei, nella relazione, ha indicato diversi punti strategici. Quali le priorità per rilanciare Salerno?
Io credo che Salerno debba prima di tutto recuperare la sua gestione ordinaria. Non si può pensare allo straordinario se prima non si recupera l’ordinario. Dopo di che sarà fondamentale restituire alla città un equilibrio tra le bellezze paesaggistiche e quelle architettoniche. La nostra idea della Salerno di domani è quella di una città più green ed a misura d’uomo.
Troppe volte il destino della città è stato visto nel perimetro del recinto amministrativo. Come cambiare questa impostazione?
È proprio su questo punto che, invece, concentrerei gli sforzi “straordinari”. Salerno è collocata in una posizione strategicamente perfetta. Da Salerno si possono raggiungere facilmente mete turistiche di interesse mondiale come Capri, Paestum, Velia ed anche Pompei. Per questo motivo Salerno non può arroccarsi nei suoi confini ma occorre una politica di ampio respiro, con l’obiettivo di creare un’area metropolitana che possa davvero rilanciare Salerno a livello internazionale. Porto ed aeroporto non sono “il fine”, ma “il mezzo” per far sì che sempre più persone scelgano Salerno come centro da cui poi spostarsi verso gli altri luoghi di interesse. Lo stesso discorso vale anche per l’individuazione di una nuova zona industriale che possa accogliere i pochi imprenditori-produttori rimasti ed attrarne di nuovi. È evidente che anche in questo caso la soluzione è da trovare all’esterno del perimetro comunale.
Quali i rapporti con l’amministrazione cittadina? Dal Pd è arrivato un segnale importante all’assise cittadina.
Ho apprezzato il saluto del Segretario Provinciale del Pd Enzo Luciano, assente al nostro Congresso soltanto a causa del Covid. Assente giustificato anche il Sindaco Napoli per pregressi impegni istituzionali. Come ho già chiarito nella mia relazione, noi non vogliamo essere alternativi a nessuno ma vogliamo affermare il nostro essere. Per fare ciò, rivolgeremo le nostre energie alla formulazione di una serie di proposte da sottoporre all’Amministrazione. Questo modo di fare politica ci impone di dialogare con chiunque voglia confrontarsi sui temi che interessano lo sviluppo della Città.
I partiti devono tornare a fare la loro parte, formando futuri amministratori e dedicandosi attivamente e costantemente alla crescita del territorio
La costituente della serietà. Quali forze potranno esserci e quali sono incompatibili?
Mi piace molto questa definizione perché coglie il senso di quella che è stata la politica degli ultimi anni e quella che deve tornare ad essere la politica del futuro. E la politica del futuro deve affondare le radici nel passato. I partiti devono riacquistare la loro centralità nel dibattito politico anche a livello locale. I partiti devono tornare a fare la loro parte, formando futuri amministratori e dedicandosi attivamente e costantemente alla crescita del territorio. Credo che questo approccio debbano averlo tutte le forze politiche moderate e riformiste con le quali speriamo di instaurare un rapporto collaborativo ed improntato al confronto costruttivo ed al dialogo. Dall’altro lato sono pienamente convinto che i populismi vadano combattuti anche a livello locale perché solo in questo modo riusciremo a ricostruire una coscienza civica e riusciremo a riportare le persone a fidarsi della politica. Potranno continuare ad esistere cattivi politici ma dobbiamo liberarci della cattiva Politica.