Alessandro Itri, classe 1986, è nel calcio che conta da 18 anni. Dalle partite in Via Tanagro a Mariconda, dove è cresciuto, è arrivato a fare tanta strada. Meno di quella che avrebbe meritato, per qualità agonistiche ed umane, ma il suo è stato ed è un grande percorso, ricco di soddisfazioni. Dal Vigor Lamenzia al Potenza, dalla Battipagliese alla Scafatese, l’attuale esperienza, dappertutto ha lasciato un buon segno.
Il ragazzo perbene di Mariconda, il difensore centrale con il pregio del piede sinistro, l’atleta serio ed innamorato dei figli, è cresciuto a pane e calcio. Non ama le interviste, perché e di carattere schivo e riservato, si concede poco alla volta ma è uno che parla con la testa, con il cuore e, soprattutto, con la padronanza di chi conosce questo mondo.
“Tifo per i granata da sempre, ero piccolo. Ricordo l’anno 1994, i play off a Napoli con la Juve Stabia, il 3 a 0 con Tudisco, Tudisco e Breda. A Napoli andammo in pullman, una bolgia. Arrivammo solo dopo i primi 45 minuti e per fortuna i gol tutti nel secondo tempo”
Bei ricordi?
“Bellissimi, era la Salernitana di Delio Rossi, di Grimaudo, Tosto, Ricchetti, uno squadrone davvero. Ero innamorato”
Poi hai iniziato a giocare e cosa è successo?
“Mi sono concentrato sulla mia attività ma ho sempre seguito. Anche quando ero lontano da Salerno, non ho mai perso di vista i granata”
Immaginavi questo fine campionato?
“Sinceramente no, non ci avrei scommesso un euro ed ora siamo qui a giocare per la salvezza. Ricordo l’andata con il Cagliari, per rimanere a questi giorni, non avrei mai immaginato poi un finale così. Ora si gioca, con un calendario favore, per rimanere in A quando tutto sembrava compromesso”
La scossa è arrivata con la nuova società, con il Presidente Iervolino, con il direttore Sabatini che è uomo di calcio, davvero competente. Ora, grazie al lavoro di tutti, possiamo centrare il miracolo
Da cosa è dipeso?
“Da tanti fattori. La scossa è arrivata con la nuova società, con il Presidente Danilo Iervolino, con il direttore Sabatini che è uomo di calcio, davvero competente. Ora, grazie al lavoro di tutti, possiamo centrare il miracolo. E dipende solo da noi, non da altri. Sono fiducioso”.
Un giudizio invece su mister Nicola?
“Un grande allenatore, una grande persona. Ha attraversato, nella sua vita, momenti difficili, li ha superati. Merita grande stima, ha fatto un lavoro prezioso. Merita di ripartire con una esperienza solida, con una squadra competitiva e dall’inizio del campionato”.
Se diamo un occhio alla parte alta della classifica. Chi vince lo scudetto, una previsione
“Credo il Milan, rispetto all’Inter, in verità lo spero. Perché è, grazie a mio padre, la mia squadra da bambino. Mi innamorai del Milan di Arrigo Sacchi, quello di Gullit e Van Basten, insomma leggenda, fortissimi”.
Eh si Van Basten…un grande vero?
“Fra i piu’ grandi. Anche oggi, con un calcio profondamente cambiato, sarebbe un centravanti ideale, moderno, il top insomma”
Sei giovane ma hai memoria sufficiente per ricordare non solo il calcio di Dazn ma anche quello delle radioline. Calcio moderno o un occhio sul passato?
“E’ sempre bello ma rimpiango le domeniche attaccato alla radioline, l’attesa per vedere le prime immagini dei gol in Tv. Un altro calcio, un altro romanticismo”