di Anna Adamo
Venti giorni di prognosi, trauma cranico e il corpo tumefatto.
A ridurre in questo stato Francesca De André é stato il fidanzato Giorgio, che sembra esercitasse su di lei, ormai da anni, violenza fisica e psicologica.
Quanto accaduto a Francesca non ci meraviglia, perché purtroppo non è la prima e non sarà neanche l’ultima donna vittima della violenza di uomini senza scrupoli.
Ciò che, invece lascia senza parole, è la posizione di chi di questa storia ne è venuto a conoscenza.
Per molti, infatti, la De André è una donna, sexy, famosa per essere la nipote del cantautore Fabrizio De André, per aver partecipato più volte al Grande Fratello ed essere stata per lungo tempo anche opinionista in alcuni programmi condotti da Barbara D’Urso, ragion per cui colpevole a prescindere.
Le dichiarazioni
“Andava mano nella mano con Giorgio dalla D’Urso, questa storia puzza! Il padre l’ha abbandonata, i fidanzati l’hanno lasciata, forse ha un problema con gli uomini. Avrebbe dovuto ascoltare chi le diceva di andar via al primo schiaffo”. Quanto le è stato detto non è altro che un classico, il quale, nonostante abbia stancato un po’ tutti, non smette di essere protagonista di questa società in cui se una donna è vittima di violenza maschile e presenta di quest’ultima segni ben visibili, si troverà sempre un modo per mettere in dubbio la sua verità, per dirle che se l’è cercata. Ebbene si, per quanto strano possa sembrare, le donne vittime di violenza sono protagoniste di un subdolo meccanismo che se non denunciano, lascia che passino dall’essere vittime all’essere colpevoli in un batter d’occhio.
Come se denunciare fosse l’unica strada utile per mettersi in salvo.
Come se denunciare fosse facile. Come se le donne che hanno denunciato non siano state uccise lo stesso. Del resto, tutto sembra semplice, quando certi avvenimenti non ci toccano in prima persona. È questa, che piaccia o no, la verità.
É che tutti credono di sapere quale sia la cosa giusta da fare, ma nessuno va mai fino in fondo alle cose.
Nessuno si chiede mai cosa spinga la maggior parte delle donne a non denunciare le violenze subite. Nessuno si chiede mai cosa si provi ad essere protagonista di un rapporto di co-dipendenza. Uno di quelli che fanno pensare che ricevere schiaffi, sentirsi urlare addosso, sia l’unico modo in cui meritano di essere amate.
Nessuno si chiede mai cosa significhi essere sola, avvolta dalla paura, senza amiche o una famiglia pronta a sostenerti.
E no, non si dica che non è così, che le donne in realtà gli aiuti li abbiano, ma facciano finta di non vederli, perché la realtà dei fatti è ben diversa.
Purtroppo, nessuno sa che una donna, vittima di violenza,lo è quasi sempre due volte.
La prima, nel momento in cui l’uomo che ha accanto dice di amarla e al tempo stesso la picchia e la seconda, nel momento in cui è protagonista delle dicerie senza fondamenta di chi non fa altro che puntare il dito e giudicare.
E forse, questo di tutte le violenze subite, è anche l’aspetto più grave.
Quello che non dovremmo più sottovalutare.
Quello che, dovremmo sapere, contribuisce a spingere le donne a non denunciare.
Si, se le donne non denunciano, a volte la colpa è anche nostra.
E dobbiamo ammetterlo.
Dobbiamo farlo per le tante donne che come Francesca De André, vittime di violenza, lo sono sia a causa dei maltrattamenti subiti, sia a causa dei nostri giudizi che non hanno ragione di esistere.