di Anna Adamo
Lo hanno preso, purtroppo, il sopravvento sulla nostra vita, i social. Lo si evince dai cinquemila amici che è possibile raggiungere su Facebook, ossia un numero che è in netto contrasto con la realtà.
Una realtà secondo la quale, di questi cinquemila, pochi sono amici veri. La restante parte, infatti, sembra sia costituita da colleghi, ex colleghi, ex compagni di scuola o persone viste per non più di qualche ora, sulle quali è difficile contare per davvero.
Ebbene si, anche se con molta fatica, dobbiamo ammettere di essere diventati una società costituita da numeri primi, da persone che si sfiorano, si guardano, ma non si incontrano mai. O almeno, non si incontrano mai fino a diventare l’una l’esatta metà dell’altro.
Questa situazione fa si che negli Stati Uniti un millennial su cinque non abbia neanche un amico e lo stesso valga per i coetanei europei.
Il tutto, ovviamente, come rivela anche un sondaggio effettuato da Gallup, ha subito un aggravamento con l’arrivo della pandemia, infatti a causa di quest’ultima il 13% delle donne e l’ 8% degli uomini tra i 30 e i 49 anni ha perso contatti con tutte le persone che conoscevano.
Sono dati, questi, che fanno gelare il sangue nelle vene, perché mettono chiaramente in risalto una società in cui lo zero viene prima di ogni altra cosa.
Si, che piaccia o no, non siamo diventati nient’altro che questo, un grande zero che riguarda amici, complicità, relazioni, anima gemella.
Siamo soli. Non abbiamo nessuno con cui condividere un segreto, a cui chiedere una spalla su cui piangere quando ne sentiamo il bisogno. Non abbiamo nessuno con cui sorridere se siamo troppo felici.
E no, è evidente che così non possiamo più andare avanti. Non possiamo più essere soli, ma al tempo stesso avvolti dall’illusione di essere circondati da milioni di persone, solo perché i nostri social network contano grandi numeri.
Una soluzione, bisogna pur trovarla, prima che sia troppo tardi.
Ce lo suggerisce anche Jeffrey Hall, professore di comunicazione presso l’Università del Kansas, secondo il quale passare da zero a uno e ciò che segna l’inizio di tutto, però affinché questo passaggio si verifichi è necessario ampliare la nostra cerchia di relazioni.
Ciò nonostante, cosa fare per far sì che le nostre vite non siano più avvolte dalla solitudine, non è ancora chiaro. Una cosa, però, non bisogna dimenticarla: la soluzione potrebbe arrivare anche da un algoritmo dei social, del resto in un’epoca come questa, in cui i social sembrano essere al primo posto sulla scala delle priorità, tutto è possibile.