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16 Novembre 2024

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Giulia Grasso, la studentessa che ha dedicato la tesi di laurea agli studenti che non ce l’hanno fatta


di Anna Adamo

C’è sempre un dopo che spiega il prima di ogni situazione. Un prima fatto di sacrifici, lacrime, paura di non farcela e voglia di mollare tutto che, però, non vede mai nessuno.
Ebbene si, è questa la verità. A volte, purtroppo, siamo talmente superficiali che ci fermiamo al raggiungimento di certi traguardi, ma di ciò che c’è dietro non ce ne preoccupiamo. Ci comportiamo come se tutto fosse facile. Come se tutti avessimo la forza di combattere e raggiungerli, certi obiettivi. Come se l’unica opzione possibile fosse non mollare e riuscire a tutti i costi in ogni cosa che proviamo a fare.
Dovremmo, invece, renderci conto del fatto che non sempre tutto possa andare come immaginiamo.
Che non tutti, pur provandoci, riescono a raggiungerli, gli obiettivi che si prefissano.
Che c’è chi molla, chi a metà percorso cambia strada. E no, non è giusto non prenderli in considerazione, solo perché dalla società in cui viviamo sono visti come coloro i quali non ce l’hanno fatta. Perché, non farcela non è motivo di vergogna e non significa neanche essere dei falliti.
Il fallimento è una cosa normale, per certi versi, è anche un momento da attraversare inevitabilmente, prima di raggiungere il successo.
Lo sa bene Giulia Grasso, studentessa dell’ Università di Bari, che la sua tesi in Lettere Antiche ha deciso di dedicarla agli studenti che non ce l’hanno fatta, a coloro che per diversi motivi hanno lasciato l’ Università.

LE SUE PAROLE


“Ho dedicato la mia tesi di laurea a tutti gli studenti che sentivano o sentono di non farcela, a quelli che non ce l’hanno fatta. Perché, ogni giorno sentiamo notizie riguardanti studenti che si laureno in tempi record, di ragazzi che frequentano due facoltà. Io, invece, ho voluto dedicare tutti i miei sforzi a quelle persone che hanno preferito rinunciare, che sono state soffocate dall’ansia e piuttosto che affrontare l’ università italiana hanno preferito la morte, perché di loro nessuno parla mai. Perché, nessuno pensa mai a chi non ce la fa più, a chi per anni si porta dietro un esame non perché non studi, ma perché qualcuno ha deciso che quella domanda sulla nota a piè di pagina di uno dei libri da cinquecento pagine alla quale non ha saputo rispondere valga come bocciatura” ha scritto sul suo profilo Instagram.
Giulia è una studentessa che ce l’ha fatta, ma le sue sono parole che portano con sé il peso delle difficoltà di cui, nel corso di questi anni che hanno preceduto la laurea, è stata protagonista. Quelle difficoltà di cui sono protagonisti tutti gli studenti che si rispettino e che chi sta dall’altra parte, pur essendo attento osservatore, finge di non vedere.
Ed è proprio questo uno dei più grandi limiti della società in cui viviamo, il voler vedere solo quello che conviene, pur sapendo che,invece, almeno qualche volta, sarebbe necessario anche vedere ciò che non conviene.
Ben vengano, quindi, persone come Giulia che pensano anche ai sacrifici nascosti dietro ogni successo.
Che pensano a chi il successo avrebbe voluto raggiungerlo, ma non ce l’ha fatta, per colpa di qualcosa di più grande di cui non è riuscito a reggere il peso, perché a volte questi ultimi,tutto ciò di cui hanno bisogno, è solo qualcuno dia loro la considerazione che meritano nonostante, a differenza degli altri, non ce l’ abbiano fatta a terminare gli studi.

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