di Anna Adamo
Sofia Raffaeli è figlia di un destino già scritto e il suo è il racconto di una vita all’ insegna dell’impegno e dei sacrifici per ottenere grandi risultati nello sport, in particolare nella ginnastica ritmica, disciplina in cui ha dato vita ad un nuovo elemento che porta il suo nome.
La storia
Nata nel 2004, anno della prima storica medaglia olimpica della ginnastica ritmica ad Atene, a soli diciotto anni, la giovane è stata due volte prima in Coppa del Mondo di ritmica generale ad Atene e Barku, dopo il bronzo del debutto mondiale in Giappone vinto ad ottobre. A sostenerla c’è il nonno, che dopo essere andato in pensione si è messo a guidare ogni giorno per 120 chilometri, una madre e una figlia che fanno le allenatrici e la musica del Cirque du Soleil.
Una squadra perfetta, con lo sguardo rivolto verso un futuro in cui Sofia, l’ultima delle Farfalle Azzurre, è destinata a vincere come mai nessuna azzurra ha vinto fino ad ora.
Nonostante la giovane età, la Raffaeli ha le idee molto chiare, soprattutto per ciò che concerne l’utilizzo dei social network.
“Anche noi sportivi abbiamo i social – dice rivolgendosi ai suoi coetanei – perché è bello restare aggiornati. Però, per molti ragazzi stanno diventando un’ ossessione, sono sempre su Instagram, su Tiktok, sui giochini e non si staccano dalla televisione. Fare sport fa bene anche in tal senso, perché se si è impegnati si riesce a non trascorrere tutto il tempo davanti agli schermi, si impara ad applicarsi a scuola e a rendere migliore il proprio futuro”.
Non vi sono dubbi che tengano, Sofia Raffaeli è una vera e propria promessa della ginnastica, ma soprattutto, in una società in cui tutti tendono ad omologarsi facendo le stesse cose, è un esempio da seguire per il suo valore sportivo e umano, destinato a fare la differenza.