È ora. È il tempo di prevedere visite psicoattitudinali ai magistrati.
La storia di Catania, un magistrato faceva pipì in bottiglie (Leggi) che conservava in ufficio, è incredibile. Una storia così rischia di minare, senza reazioni, la fiducia nella intera magistratura.
L’idea che un tipo così debba giudicare situazioni delicate lascia sicuramente preoccupati.
Qualcuno lo consentirebbe in una redazione giornalistica? Si potrebbe fare in un ospedale e poi affidarsi alle cure mediche? Si potrebbe fare in una scuola o in qualsiasi altro ufficio pubblico? No.
In qualsiasi contesto lavorativo, direi civile, si prenderebbero provvedimenti seri.
Lo farà il tribunale di Catania? Lo faranno gli organi della magistratura preposti ai controlli? Ci sono forti dubbi.
Nel frattempo ci pensi il legislatore. Chi ha ruoli di responsabilità deve sottoporsi a controlli, una tantum, capaci di valutare l’equilibrio mentale. Controlli capaci di valutare se c’è uso di sostanze atte ad alterare la personalità. Si proceda.