di Anna Adamo
Era poco più che una bambina, Francesca Artusa, quando ha capito di essere innamorata del cibo, in particolare della pizza. Il suo, però, non era un amore qualunque, era un amore diverso.
Uno di quelli destinati a durare per sempre che, grazie ad un incontro casuale, l’ha portata a lavorare nell’ambito della ristorazione e a diventare una delle imprenditrici più promettenti del momento.
La sua “Nenné Pizza”, situata in via Gradisca a Torino è, infatti, una delle pizzerie più frequentate. Ebbene si, Francesca oltre ad essere un’imprenditrice è anche una donna coraggiosa, che non si ferma davanti a nulla.
Le frasi
“Al giorno d’oggi aprire un’ attività spaventa e non è facile, ma io dopo anni di gavetta -dice fiera ed orgogliosa dei traguardi raggiunti- sentivo di aver acquisito le competenze necessarie per fare questo passo. Amo il rischio”.
Non ha dubbi, la giovane imprenditrice.
Rischiare è la prima cosa da fare se si vuole ottenere successo. Del resto, come la stessa dice, “la pizza è femmena”, non ha segreti, deve essere trattata con amore e dedizione, perché ad essere vincente è proprio tutto ciò che è fatto con amore.
È evidente che i tempi siano cambiati, il segreto di una volta per dar vita alla “pizza perfetta” non esiste più, si gioca a carte scoperte all’ insegna della buona lievitazione, è da quest’ultima che il tutto ha inizio.
Ciononostante, un segreto, anche se ormai svelato, Francesca ce l’ha, ed è ciò che contraddistingue la sua da altre pizzerie, ossia la fusione tra elementi appartenenti alla cucina e la pizza.
“Mi spiego meglio – dice- portando l’ esempio della pizza Carmé. Quest’ultima è costituita da elementi che fanno parte della cucina come il fondo di ragù napoletano, il pesto di basilico, le scaglie di grana e la burrata di bufala al centro, fatti diventare un tutt’uno con la base per la pizza. Si tratta di un format giovane che spero cresca. Abbiamo puntato sulla qualità e non sulla quantità. Poche pizze dall’impasto profumato”.
Mentre ne parla, gli occhi della Artusa brillano. É piuttosto chiaro che l’imprenditoria ce l’abbia nel sangue e lavorare in un ambiente prevalentemente maschile non la spaventi affatto, perché si è sempre sentita un passo avanti agli uomini e mai ha avuto paura di affrontarli, di correggere o farsi correggere.
“Una donna che vuole fare l’imprenditrice viene ancora oggi trattata con sufficienza, ma basta far vedere cosa sa fare quando scende in campo per far si che gli altri cambino idea. Se si è sicuri delle competenze che si hanno, gli altri non posso fare altro che lasciarti andare avanti”.
Parole forti, chiare, che portano con sé tutta la determinazione possibile, il sapere di lavorare in un settore difficile, dai ritmi estenuanti che lasciano poco spazio per la vita privata e al tempo stesso la consapevolezza, nonostante tutto, di non voler fare niente altro che questo.
Imprenditrice, pizzaiola, Francesca è questo e anche molto di più.
É una donna che crede nell’amicizia tra donne e le incoraggia a non mollare.
“Producete oggi, non rimandate a domani, perché “la pizza è femmena”. Non abbiate paura di andare avanti da sole. È difficile, ma noi possiamo tutto.”- conclude rivolgendosi alle donne che vogliono intraprendere una carriera nel mondo della ristorazione, proprio come ha fatto lei.