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21 Dicembre 2024

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‘Il confine del nulla’ e le domande più complicate

di Antonio Marco Del Cogliano Recensioni per esordienti

Cosa succede l’attimo primo di ricongiungerci all’eterno? Cosa vediamo e cosa pensiamo prima del “grande salto”? Ma soprattutto, cosa lasciamo e cosa ci portiamo dietro nel viaggio che ci conduce da qui all’eternità?
Mirca Ferri nel suo Il confine del nulla prova a rispondere a queste ed altre domande attraverso i pensieri e le azioni di dieci personaggi, diversissimi per età, condizioni socioeconomiche, collocazioni geografiche, riuscendo a tenere incollato il lettore – incapace di interrompere un flusso narrativo così accattivante e credibile – dalla prima all’ultima pagina, con un ritmo incalzante che non viene mai meno.
La scrittrice mostra tutta la propria abilità proprio nel versatilmente diversificare le vicende narrate nella silloge, rendendo ciascuna storia “atomizzata”, singolare ed unica, completamente a sé.
Pure, se tratto comune vuol trovarsi, esso è sicuramente da ricercarsi nella sconfinata solitudine, nell’incomunicabilità totale, nell’incomprensibilità della visione che accompagnano il momento del trapasso: ciascuno, a quel punto, può contare unicamente su se stesso, essendo completamente distaccato da tutto quanto pareva un attimo prima appartenergli e di cui si sentiva parte; ciascuno immancabilmente spalle al muro nel viaggio fra “il ciò che è stato” e “un ciò che sarà”.
Mirca Ferri dà in questo scritto – più ancora che nei numerosi suoi altri – prova di esser scrittrice valente e versatile, perfettamente a suo agio lungo i sentieri variegati e sfaccettati dell’arte narrativa, declinata nel nome dell’empatia e delle emozioni.

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