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19 Dicembre 2024

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Dodicenne aggredita a Napoli, non è una storia di violenza come le altre

di Anna Adamo


Quella della dodicenne aggredita la scorsa notte a Napoli dal fidanzato non è una storia di violenza come le altre, perché la vittima è una bambina.
Una di quelle che, vista la giovane età, dovrebbe avere ben poco a che fare con scenate di gelosia, amore, violenza e relazioni tossiche, in quanto, si sa,sono altre le cose di cui si dovrebbe parlare quando si fa riferimento ad un bambino.
Il problema, però, è che probabilmente dodicenni come quella di cui stiamo parlando con l’essere bambina ha ben poco a che fare. E la colpa no, non è di certo sua.
Lei è, per l’ appunto, solo una bambina le cui dinamiche sono senza ombra di dubbio legate a relazioni in cui le parole d’ordine sono insicurezza, abuso, prepotenza, violenza e hanno come protagonisti gli adulti.
E no, neanche loro sono adulti qualunque. Sono adulti malati, i cui figli, spiace dirlo, non possono essere diversi.
Ebbene si, è questa la verità.

Gli esempi negativi

Se un ragazzo di appena diciassette anni sfregia il volto di una dodicenne, vuol dire che gli è stato insegnato a comportarsi in questo modo, è questa l’unica spiegazione plausibile.
Non si dica che sia solo un ragazzino e quindi certe cose non le capisca, perché non è questo il caso. Un ragazzino che sfregia una dodicenne sa perfettamente quello che sta facendo.
Sa che dopo essere stata protagonista di una tale violenza, quella ragazza non uscirà più di casa per molto tempo, farà fatica a fare amicizia e a legarsi a qualsiasi altro uomo, ed è felice di questo.
Quindi, si, la dodicenne ha ben poco a che fare con l’essere una bambina, ma il problema più grande resta pur sempre del ragazzino, resta degli uomini ai quali bisogna insegnare, prima che sia troppo tardi, ad accettare che un amore possa finire, che una donna possa rifiutarli.
Se non si insegna loro questo, qualunque cosa diventerà inutile, perché le donne resteranno sempre vittime della paura di abbandonarli, certi uomini e subiranno in silenzio per anni, fino a pagare il tutto a caro prezzo, con la propria vita, come è accaduto a questa ragazzina e a tante altre donne prima di lei.
E che piaccia o no, non possiamo permettere che ciò si verifichi ancora con tale leggerezza.

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