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25 Novembre 2024

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Condividere la vita con un chirurgo? Non è facile! Il racconto di Elisa

di Anna Adamo


Elisa è una donna, una mamma e soprattutto una moglie con un marito dal lavoro particolare. Un lavoro che scandisce la loro vita caratterizzata da sabato sera che non sono mai tutti uguali, perché a volte basta una chiamata e sembra che il tempo si fermi per lasciare spazio all’ adrenalina,alla paura,alla scelta dell’intervento migliore da fare appena si arriva in ospedale.

Il racconto


Ebbene si, Elisa è la moglie innamoratissima di un chirurgo pediatrico che ben si destreggia tra un imprevisto e un’ attesa e la sua è la voce di tutti coloro che chirurghi lo sono o che, proprio come lei, con un chirurgo hanno scelto di vivere per il resto della vita.
“Io e mio marito stiamo insieme da tanto tempo, mai mi sono resa conto di avere accanto un chirurgo,se non nei momenti in cui mi parla di quanto sia stanco o mi mostra foto di qualche intervento. Siamo una famiglia normalissima, certo, ci sono conoscenti medici, ma i nostri sono amici semplici, non facciamo notare a nessuno questo lavoro” racconta.
Elisa è ben consapevole di quanto complesso sia il lavoro di suo marito, del resto lei è un infermiere pediatrico, ragion per cui certe difficoltà non le sono nuove, i momenti in cui lui si ritrova a dover salvare bambini che lottano tra la vita e la morte li conosce bene, così come conosce l’impotenza che si prova nel momento in cui ci si rende conto di non poter far nulla per essere d’aiuto alla persona che si ama,se non dargli un bacio,supportarlo e lasciare che corra verso l’ospedale mentre ci si augura che tutto vada bene.
“Quando si condivide la vita con un chirurgo si impara ad avere sempre un piano B, a non programmare nulla. Se è di guardia, ad esempio, si cerca di restare nei dintorni dell’ospedale, così da far fronte all’ emergenza con la celerità che quest’ultima richiede”.
Un continuo venirsi in contro rendendo prevedibile l’imprevisto, è questo, probabilmente, il segreto.
E no, non è affatto una cosa facile, una cosa per tutti. Bisogna amare forte, per condividere la vita con un chirurgo.
Perché, per quanto si possano conoscere le dinamiche ed essere preparati al fatto che qualsiasi cosa possa avvenire, non è sempre facile fare i conti con la solitudine, soprattutto se il resto della famiglia è lontana, poiché di un chirurgo si sa quando esce, ma non quando rientra e quindi si è spesso costretti a fare tutto da soli.
Nonostante le difficoltà, però, dai racconti di Elisa si evince un amore più forte di qualunque altra cosa.
Più forte degli imprevisti, delle cene non terminate, dei weekend saltati. Si, il suo è un amore forte non solo nei confronti del marito, ma anche per il mestiere che svolge, perché, che piaccia o no, funziona così, quando si decide di stare accanto ad una persona,ci si assume la responsabilità di renderla felice accettando anche aspetti di quest’ultima e del lavoro che svolge che agli occhi degli altri possono sembrare impossibili da accettare.
É una donna come tutte e speciale al tempo stesso, Elisa. L’amore che prova verso suo marito è vero, sincero.mLe brillano gli occhi, quando parla di lui.
E si, ne parla, parla soprattutto della vita insieme a lui, lo fa per incoraggiare chi si approccia a condividere la vita con un chirurgo ad imparare ad accettare il lavoro della persona che hanno accanto, supportandoli il più possibile, dato che svolgono un lavoro particolare, il quale non può essere paragonato per nessuna ragione al mondo ad altri lavori.

Una moglie super


É inutile girarci intorno, Elisa non è una moglie come tutte. Nessuna moglie di un chirurgo o qualsiasi altra persona che svolge lavori che hanno a che fare con il dover salvare vite umane, può paragonarsi ad altri.
Inizialmente Elisa probabilmente non se ne era resa conto e continuava a chiedersi per quale motivo alla fine dei convegni ringraziassero sempre le mogli o i mariti dei chirurghi.
Poi lo ha capito che loro hanno qualcosa in più, qualcosa di speciale e andrebbero ringraziati ogni giorno, anche solo per il semplice fatto che abbiano avuto il coraggio di scegliere una vita diversa, più impegnativa.
Una di quelle che, nonostante si ammirino e apprezzino, non si possono comprendere fino in fondo se non le si vivono in prima persona.

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