di Anna Adamo
Restare, ma a condizione che vi sia un nuovo patto di fiducia.
Questo il punto del discorso di Draghi al Senato,il quale si è detto non poco colpito dalle mobilitazioni tenutesi nei giorni scorsi con le quali gli si chiedeva di continuare la sua esperienza di Governo.
Ebbene si, che piaccia o no, il Premier ha dato a queste mobilitazioni più importanza di quanto si possa immaginare, al punto da spingerlo a restare, a continuare a “lavorare per il bene del paese”.
Nonostante sia presto per capire quale piega prenderà questa Crisi di Governo, le intenzioni sembrano essere piuttosto chiare, non si arretra di un millimetro.
Un richiamo all’unità e si continua. Quella alla quale ha dovuto far fronte Draghi, non si è trattata di certo di una situazione facile.
Due le opzioni, lasciare o ascoltare chi gli ha chiesto di restare per far fronte ai problemi della gente, che delle beghe politiche, è opportuno ricordare, paghino sempre il prezzo più caro.
Draghi è un gigante, non vi sono dubbi che tengano.
Ad emergere, soprattutto in queste ore è, infatti, la grandezza di un uomo che nonostante non ne possa più di fare da capo a “certi imbecilli”, abbia cercato una sintesi che permetta di non vanificare il lavoro fatto in questi mesi.