Anna Adamo
I riflettori sono tutti puntati sul Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta che dopo l’addio a Forza Italia sembra essere senza freni e averne una per quasi tutti i suoi ex colleghi di partito, Berlusconi compreso.
In un’ intervista rilasciata a “Mezz’ora in più”, infatti l’ ex forzista ha dichiarato di essere stato più volte ferito dai membri di quel partito per il quale ha dato gran parte della sua vita e in particolare da Silvio Berlusconi dopo il “che riposino in pace” con il quale ha commentato l’ addio suo e quello di Mariastella Gelmini a Forza Italia.
“Quando c’è una rottura – commenta Brunetta – invece di parlare delle ragioni di quest’ultima,subire delle invettive personali da Berlusconi e dal suo ambiente ha fatto male. Un esempio è il riposino in pace rivolto a me e alla Gelmini. Inoltre, è una vita che vengo violentato per la mia statura. Anche Marta Fascina per questa ragione mi ha violentato. Mi chiamano tappo, nano. Sono responsabile delle mie idee,di quello che ho fatto e faccio, non di essere tappo o nano, non della mia statura. Non ho scelto io di essere alto o basso. Voglio ribadire tutto questo non per me,ma per i bambini e le bambine che non hanno avuto la fortuna di essere alti e belli, affinché possano vedere in me un esempio che li spinga a dire ma vedete Brunetta, però tappo come è…”
L’ immagine è quella di un Brunetta ferito, amareggiato, che ha sofferto e ancora oggi soffre a causa di un fisico che non rispecchia i canoni di perfezione imposti dalla società e a causa di chi, ancora oggi, fa fatica ad accettare la diversità.
“Ciononostante – dice – ho le spalle larghe, perché ho fatto molte cose: il professore di Economia, l’ europarlamentare, il presidente di Commissione, il ministro due volte, il capogruppo alla Camera dei Deputati, ho scritto tanti libri.”
Comunque la si pensi, è inutile negarlo, Brunetta è un uomo che ce l’ha fatta e il body – shaming nei suoi confronti non è altro che l’ ultima spiaggia di chi non sa dove andare a parare, perché consapevole del fatto che nella vita non è importante essere alti, ma essere all’altezza.