“Occhio che la partita è completamente aperta e i sondaggi non dicono la verità”. Non ha dubbi Luigi Crespi, l’ex sondaggista di Silvio Berlusconi, ideatore del famoso ‘contratto con gli italiani’, che conversando con l’AdnKronos traccia un primo quadro della campagna elettorale appena iniziata e delle mosse che i leader di partito stanno mettendo a punto per guadagnare consensi. “Meloni parte come assoluta favorita e il Pd è un outsider, con attorno una serie di satelliti che possono essere decisivi. Credo che questo sarà un po’ il leitmotiv – spiega Crespi -. O non vince nessuno e dopo il voto saranno decisivi Forza Italia e M5S, oppure la partita verrà giocata sul filo di lana”. Secondo l’ex sondaggista, che fu autore della svolta comunicativa del Cav, schemi usati in passato come comprare un giocatore per racimolare qualche consenso in più non sposterebbe mezzo voto.
Le innovazioni
“BERLUSCONI ha inventato la campagna totale – osserva Crespi – non c’era nessun aspetto della sua vita che non fosse proteso verso la campagna elettorale. Lui è stato il più grande innovatore e comunicatore a cavallo dei due secoli ma il tempo nel quale l’acquisto di un giocatore sposta dei punti credo sia finito un ventennio fa. Quel modello lì non può essere reiterato”. In concreto, se BERLUSCONIriuscisse a realizzare il sogno impossibile di portare Mauro Icardi a Monza sarebbe “un tentativo nostalgico di mettere in piedi un modello straordinariamente vincente ma che non esiste più” taglia corto Crespi. “Lo stesso BERLUSCONI – prosegue – mi ha insegnato che sulla base di una struttura bisogna proporre sempre cose nuove e credibili e Icardi al Monza è un modello vintage” per guadagnare consensi. Per Crespi serve ben altro. “Lo schema usato in questa campagna elettorale non tiene conto di due cose – evidenzia – la prima è che usciamo da due anni di pandemia, una situazione traumatica per il corpo elettorale. La seconda è la caduta del governo Draghi, da tutti considerato una persona rassicurante, anche se non condivisibile. E’ un fatto che non ha ancora avuto una spiegazione se non attraverso la visione egoistica dei partiti. La partita si gioca qui. Icardi credo non sposti neanche un centimetro di corpo elettorale”. E i sondaggi di questi giorni? “Non sono attendibili – puntualizza Crespi – Basta leggere i giornali oggi: uno dice che per il 60% degli intervistati la colpa della fine del governo Draghi sia da imputare a Salvini, un altro parla del 7%. Chi risponde ai sondaggi in questo momento è una quota bassa di italiani, e scientificamente i sondaggi sono sempre meno attendibili d’estate”. Per rilevamenti realistici, secondo Crespi, bisogna aspettare settembre, quando la partita sarà più chiara. “Il primo sondaggio che guarderò con attenzione sarà quello dopo il 10 settembre – dice – gli istituti ricerca dopo quella data si giocano la propria credibilità”. Finora, secondo Crespi, il leader che si sta muovendo meglio nella campagna elettorale è il segretario del Pd. “Nella relazione al suo partito – osserva Crespi – Letta, per più di due volte, ha usato i sondaggi come parametro del suo successo, quando abbiamo avuto una tornata elettorale incredibile, dove il partito democratico ha raggiunto risultati che nessuno si aspettava ai ballottaggi”.