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15 Novembre 2024

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Verso il 25 settembre. La parola ai giovani fra idee e scetticismo  

di Anna Adamo

Non vi sono dubbi che tengano, sarà una campagna elettorale per vecchi. 

Recenti studi, infatti, dimostrano che solo un ragazzo su tre si recherà alle urne il prossimo 25 settembre. 

E no, il fatto che i giovani non abbiano voglia di far nulla e provino disinteresse verso la politica c’entra ben poco, o meglio, non è la verità. Ebbene si, contrariamente a quanto si possa pensare, i giovani alla politica sono interessati più di quanto si possa immaginare, è la politica a non essere interessata a loro. 

Lo si evince dalle parole di Rosanna, che dice “ho un buon rapporto con la politica, credo sia un’arte nobile ed importante per il paese. Con i politici,invece, ho un rapporto meno buono. Attualmente la classe politica oltre che essere estremamente sconnessa dalle esigenze del paese, sembra aver staccato l’interruttore con la realtà che chiede di essere capita, compresa, ma soprattutto chiede concretezza. Non credo negli slogan o nelle ricette sui giovani, credo nella politica fatta di proposte concrete che sappia valorizzare i giovani e non solo utilizzarli per l’ennesima campagna elettorale”.

Le fa eco Emma, che con la politica ha un rapporto di amore – odio. 

“Per quanto mi piaccia e cerchi di rimanere al passo con le notizie, sono consapevole del fatto che non basti aggiornarsi per sapere cosa accada. É necessario che si parli più di politica ai giovani, magari a scuola e non limitarsi solo a parlare dei primi articoli della costituzione durante l’ora di educazione civica”.

Le parole di Rosanna e Emma sono chiare, la politica purtroppo non offre ai giovani motivi per credere in essa. 

È da qui che, secondo Rosanna la sfiducia nei confronti di quest’ultima deriva. 

“La sfiducia secondo me deriva dal fatto che vi sia una mancanza di comprensione della realtà, ormai mutata rispetto ad anni fa. È necessario che la politica esca dalle stanze, comprenda che i diritti dei lavoratori, degli studenti e della società civile siano mutati e agisca concretamente in funzione di tale cambiamento”.

Una politica al passo con i tempi,fatta di meno parole e più azioni concrete, ecco cosa chiedono i giovani.

“Sarebbe opportuno -sostiene Emma – che la politica conferisse importanza alla questione climatica, ad esempio, a tutto ciò che riguarda le famiglie,in modo da far si che non ci si debba neanche chiedere se sia il caso di mettere al mondo un figlio e se si possa dare a quest’ultimo il futuro che merita, viste le condizioni in cui riversa il nostro paese”.

In questa tornata elettorale,sarà molto più difficile conquistare la fiducia dei giovani, poiché,come afferma Rosanna, “si annusa già nell’aria il modus operandi di unire accuzzaglie solo per portare persone in Parlamento piuttosto che idee, programmi e visioni comuni. 

Quando ci dicono che non abbiamo fiducia nella politica dovremmo rispondere che ciò derivi dal fatto che non vi sia una linea programmatica o una visione reale in cui riconoscerci. Se si continua di questo passo sarà sempre più difficile coinvolgere i giovani e soprattutto far sì che restino in un paese vecchio di idee e anche anagraficamente”.

Emma e Rosanna sono la voce di tantissimi altri giovani. 

Di coloro i quali credono che il voto, nonostante oggi si faccia fatica a condividere un programma politico, perché non esistono programmi, sia sacro. 

Questo dimostra che i giovani il loro diritto e dovere siano propensi ad esercitarlo, ma tocca poi alla politica, mettendo in atto un’idea di paese da realizzare nel più breve tempo possibile, far si che questo voto non diventi vano.

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