Anna Adamo
Non ammessa alla classe successiva. É questo ciò che una bambina pugliese di soli sette anni lesse al termine del suo secondo anno di scuola elementare.
Poche, ma semplici parole che le provocarono un dispiacere senza paragoni e spinse i genitori,allibiti tanto quanto la bambina per l’ accaduto, a far ricorso al Tar.
Un ricorso che, a distanza di qualche mese, è finalmente arrivato e ha dato, a questa assurda vicenda, il lieto fine che merita.
L’ istanza cautelare della famiglia è, infatti, stata accolta e alla scuola è stato chiesto di rivalutare il provvedimento.
“La non ammissione della minore alla classe successiva appare essere configurata dal legislatore quale extrema ratio ammissibile unicamente in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione” ha rilevato il Tar.
La perdita di un anno scolastico in così tenera età e in difetto di adeguata motivazione valutate alla luce dell’esclusivo interesse della minore, secondo i giudici, costituisce un grave danno.
“Un’ esperienza traumatica – fanno poi sapere dal tribunale – potrebbe danneggiare l’autostima della minore e incrinare il rapporto di fiducia nei confronti dell’ Istituzione scolastica poiché, in ragione della bocciatura, la bambina sarebbe stata di conseguenza allontanata dal gruppo classe nel quale si stava integrando”.
È una decisione, quella presa dal Tar, che tiene soprattutto conto del benessere psicofisico della bambina, la quale potrà, a settembre, accedere serenamente in terza elementare.