Rosicano in tanti, giornalisti e politici, per il colpaccio di Bruno Vespa che ospiterà, a due giorni dal voto, un confronto fra Giorgia Meloni ed Enrico Letta.
Potevano pensarci o riuscirci altri. Riesce a Bruno Vespa che ha acquisito, negli anni, una autorevolezza tale da concretizzare queste intuizioni. E’autorevolezza che nasce dalla professionalità, che è certificata dagli ascolti, contano quanto i voti, dalla qualità del programma. Non c’è scandalo.
E non serve neanche utilizzare i sofismi del modello elettorale, della forma repubblicana. Sono, Meloni e Letta, i due leader che rappresentano le coalizioni. Le principali. Intervistarli significa sintonizzarsi con il Paese. Ed è una delle missioni del giornalismo. Oltre la forma per cogliere la sostanza dei processi.
La prima, Giorgia Meloni, è abbondantemente avanti nei sondaggi. Sarà, se il vantaggio che raccontano i sondaggi avrà un riscontro nelle urne, la candidata che il centrodestra proporrà a Mattarella per la formazione del Governo.
Enrico Letta è il leader del Pd e della intera coalizione. Non a caso la Direzione del Nazareno, l’ultima, ha deciso i candidati del partito e degli altri partiti.
Nessuno scandalo, anzi autentica pagina di servizio pubblico, vederli a 48 ore dal voto sul primo canale nazionale.