di Angelo Giubileo
Altri dieci giorni di campagna elettorale e gli italiani andranno al voto, in una sola giornata, per scegliere chi dovrà governarci per i prossimi cinque anni. Oltrepassando le smisurate “chiacchiere” di questi giorni, alcuni elementi del voto sono certi ed è pertanto opportuno ribadirli al lettore che avrà la pazienza di continuare brevemente a leggere.
Primo elemento: il voto determinerà la formazione del governo nazionale. E quindi non c’entrano affatto avvenimenti della storia passata o presente che richiamano idee o astrazioni quali ad esempio una sorta di “fascismo eterno” (U. Eco) o un “europeismo” di stati non-sovrani. L’Unione europea è infatti un’organizzazione di stati-sovrani, che quasi sempre prende le proprie decisioni all’unanimità.
Secondo elemento: gli interessi della nazione. Gli interessi della nazione non sono gli interessi di una parte o altre di essa. In questi ultimi trent’anni, in Europa come in Italia, sembra proprio che ciò che abbia maggiormente guidato l’azione dei governi italiani sia stato piuttosto un interesse di parte, di parte nazionale e/o di parte europea. Mentre era ed è evidente come gli eletti della nazione avrebbero dovuto e dovrebbero salvaguardare e difendere l’interesse nazionale ovvero l’interesse di tutti i cittadini italiani nessuno escluso.
Terzo elemento: l’unione e la divisione delle proposte politiche in campo. Le varie emergenze attuali, nazionali e internazionali, avrebbero richiesto e richiederebbero senz’altro una coesione tra le forze rappresentative degli interessi, almeno prioritari, di tutti i cittadini. E invece abbiamo spesso assistito – soprattutto nell’ambito degli schieramenti di una parte – a scene di divisioni e separazioni tra se stessi e gli altri. Al punto che, invocata una sorta di garanzia e tutela transnazionale, sia i leaders mondiali che europei hanno ricordato a tutti noi cittadini italiani che sarebbe utile e bene “votare come vogliamo”.
Buon voto a tutti!