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16 Novembre 2024

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“Ti racconto una storia felice”. Intervista all’autrice Roberta Gandolfo

di Anna Adamo


Quello che Roberta Gandolfo prova per la danza è un amore che va oltre ogni limite, oltre la tetraparesi spastica da cui è affetta fin dalla nascita, la quale per anni le ha paralizzato gli arti inferiori e ha fatto si molti le dicessero che non sarebbe mai potuta diventare una ballerina.
Ciononostante, però, la giovane non si è mai arresa e ha continuato a credere nel suo sogno più di ogni altra cosa al mondo, consapevole del fatto che, alla fine, chi ci crede vince.
E Roberta ha vinto la sera in cui, per pura casualità, ha incontrato, nel corso di una festa tenutasi nel paese in cui vive, Noemi Santoro, l’insegnante di danza della scuola Queen of Dance, la quale non solo le ha dato la possibilità di danzare, ma ha anche fatto si che diventasse campionessa italiana di danze paralimpiche.
Ebbene si, la giovane ballerina è forte, è una che non si ferma davanti a nulla e lotta per ottenere quello che vuole, per dimostrare a tutti che è arrivato il momento di prendere in considerazione le persone con disabilità per quello che sanno fare e non per quello che, a causa della loro condizione fisica, non possono fare.
Di tutto questo e molto altro, la Gandolfo ne parla sui social, soprattutto su Tiktok, laddove ha un profilo che conta milioni di followers e da qualche giorno anche in “Ti racconto una storia felice”, il suo primo libro acquistabile su Amazon.

Come nasce l’idea di scrivere un libro?
L’ idea di scrivere un libro nasce dal desiderio di far conoscere ancora di più la mia storia. In quest’ultimo, infatti, racconto cose che non ho mai detto a nessuno. Ad incoraggiarmi è stata Martina Lanzetta, colei che mi ha aiutata a scrivere il tutto. È una persona straordinaria, che ha saputo capirmi e soprattutto, è riuscita a comprendere le mie emozioni.

Di cosa tratta il libro?
Questo libro è un’ autobiografia, in cui racconto al 100% la mia vita. Parlo di disabilità, dei successi ottenuti grazie alla danza, dei miei amori, del modo in cui la mia famiglia ha scoperto che io sia affetta da tetraparesi spastica e del fatto che io inizialmente abbia fatto molta fatica ad accettare questa patologia.

C’è un argomento di cui scriverne ti ha emozionata di più rispetto agli altri?
Mi ha emozionato parlare della mia famiglia, ma soprattutto del mio papà, perché anche lui, come me, è un combattente, ha la distrofia muscolare. Parlare di questo argomento difficile mi emoziona, poiché credo che è solo grazie a lui se oggi sono così forte.

Qual è il messaggio che, attraverso questo libro, vuoi lanciare?
Attraverso questo libro spero di sensibilizzare i lettori. Spero di far si tutti capiscano che non bisogna permettere ad una condizione fisica di influenzare la nostra vita. Tutti siamo uguali, ed è opportuno si viva rispettandoci reciprocamente.
Il libro si intitola “Ti racconto una storia felice”, proprio perché io nonostante tutto sono riuscita ad avere una vita felice e ad essere circondata da tanto amore.

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