“La manifestazione per la pace? E’ poco credibile chi la propone ed è sbagliata nel merito”. Così Stefano Caldoro, capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania e governatore campano dal 2010 al 2015, interpellato dall’Adnkronos sulla manifestazione per un cessate il fuoco in Ucraina promossa dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e che si terrà a Napoli venerdì 28 ottobre. Caldoro evidenzia “la poca credibilità di chi la propone. Credo sia solo strumentale – spiega – perché non mi risulta che abbia tenuto posizioni analoghe nella sua vita su questo fronte. E’ un argomento che si usa strumentalmente ai fini dello scontro interno al Partito democratico, mi pare sia un tattico posizionamento strumentale e poco credibile, gli è utile coprire quell’area a prescindere da come la pensa”. Per Caldoro è una bocciatura anche nel merito: “E’ sbagliata e posta così è un gravissimo errore. E’ una posizione molto ambigua e pericolosa perché liscia il pelo alle posizioni filorusse. Se mettiamo insieme il lisciare il pelo alle posizioni filorusse e l’attacco violento che ha fatto il presidente della Regione sulla Nato, con una critica violentissima anche quella assolutamente strumentale, dal combinato disposto viene fuori una posizione pericolosa, strumentale. Si dà la sensazione che ci sia una parte della nostra regione che liscia il pelo alle posizioni filo russe, è un gravissimo errore. La nostra posizione dev’essere chiaramente, senza se e senza ma, nella linea dell’alleanza atlantica. Chi si allontana da questa linea sbaglia”. Caldoro ricorda che “l’Europa e anche il nostro Paese non hanno mai negato la via diplomatica, lo stesso Draghi ha sempre detto che la via diplomatica è una soluzione sempre aperta, e lo dicono anche gli Stati Uniti. La via diplomatica è anche nel dna del centrodestra, in piena coerenza su tutte le posizioni che possono favorire la pace, ma certo fare iniziative di questo tipo, di rottura, in più con un attacco violento alla Nato, sono le cose che aiutano meno qualsiasi ipotesi di ragionevole via diplomatica”.