di Luca Mazzeo
Il mondo social sta danneggiando la quotidianità di ogni singolo individuo, condizionandone pensieri e azioni in maniera a dir poco significativa.
Una ricerca psico- pedagogica, effettuata tra il 2020 e il 2022 da 30 equipe multidisciplinari nazionali, ha stilato un dossier dettagliato ove le nuove generazioni presentano il più alto tasso di disaffezione nei confronti del mondo reale (oltre il 65% degli adolescenti trascorre il tempo su piattaforme virtuali).
Il dato ancor più sconcertante è quello emerso negli ultimi mesi, ovvero il 35% rinuncia addirittura ad alimentarsi e a svolgere tutte le attività di prima necessità. Solo il 5% ritiene che la rete non sia essenziale per la costruzione formativa vitale.
Tale scenario rischia di creare una dispersione giovanile sempre più vasta derivante da una assenza di valori umani e culturali.
Una domanda sorge spontanea: “La colpa è davvero esclusivamente degli adolescenti o vi sono altri responsabili?” Secondo me la responsabilità va attribuita anche ai genitori poiché concedono eccessiva libertà ai propri pargoli, creando così trasfert e controtrasfert negativi (mancanza strutturale di regole con conseguente carenza assimilativa).
Per contrastare codesta fenomenologia, estremamente deviante, basterebbe adottare due fasi fondamentali: adozione di attività strategico- progettuali (dialogo, condivisione totalizzante per far si che l’adolescente sperimenti le emozioni dei familiari e viceversa per costruire un intelletto stabile e propositivo); potenziamento di dinamiche spazio- temporali (per far acquisire coscienza sia all’adolescente delle risorse a sua disposizione per diversificare gli interessi, sia per consentire a tutti coloro che lo circondano di attuare un supporto efficace).
I giovani sono lo spiraglio per una società giusta. Aiutiamoli a progredire e non a regredire. Parliamone.