Nell’anniversario della caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre del 1989, la sinistra italiana ha balbettato. Quella che ha parlato ha ringraziato il Papa, i Santi, il mondo occidentale. I Puffi, i personaggi Disney, addirittura Achielle Occhetto ed il Pci italiano.
Non una parola ‘sensata’ sul ruolo dell’Italia, non una parola su chi, come Bettino Craxi, contribuì al superamento del comunismo. Non una parola sul leader che elesse i dissenti dell’Est al Parlamento Europeo, che prima ancora non ebbe dubbi sul sostegno alla Primavera di Praga e che poi organizzò la biennale del dissenso a Venezia. Non una parola su chi rinuncio’ alla falce e martello nel simbolo anni prima che il Muro iniziasse a scricchiolare.
Non una parola sull’anomalia italiana. Sull’azione di chi, crollato il Muro, decise di spalleggiare le Procure per eliminare dalla scena i partiti che, ancorati all’Occidente, avevano costruito la democrazia.
Con questi silenzi, senza una vera capacita’ di critica, la sinistra italiana sarà mai riformista, mai innovativa.