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16 Novembre 2024

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Sovrappeso infantile, Italia quarta in Europa

Il sovrappeso e l’obesità infantili minano la salute in quasi tutti i Paesi europei. Ben il 29% dei bambini tra 7 e 9 anni risulta essere in sovrappeso (inclusa l’obesità), con variazioni molto significative tra Paesi, che vanno dal 6% in Tajikistan al 43% a Cipro. L’Italia, nonostante gli sforzi fatti in questi anni dalle istituzioni e dalle società scientifiche che hanno portato a un leggero miglioramento della situazione, si colloca al quarto posto per prevalenza di sovrappeso e obesità infantile con tassi appena al di sotto del 40%, superata solo da Cipro, Grecia e Spagna. Se si considera la prevalenza della sola obesità (escluso il sovrappeso), nella stessa fascia di età, il nostro Paese è al secondo posto. Questo il quadro che restituiscono i dati del nuovo rapporto “COSI” (Childhood Obesity Surveillance Initiative) dell’Ufficio Europeo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). I risultati del nuovo rapporto si basano in particolare sugli ultimi dati raccolti nel 2018-2020 in 33 Paesi della regione europea dell’Oms. Nel complesso, sono stati monitorati quasi 411.000 bambini di età compresa tra 6 e 9 anni. “Il trend descritto, rispetto alla rilevazione precedente del rapporto ‘COSI” indica un leggero miglioramento, soprattutto per il sesso femminile, ma di certo non basta – spiega la presidente della Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano -. Va incoraggiato, in chi si prende cura dei bambini, un vero e proprio cambiamento culturale che veda in uno stile di vita sano nell’infanzia e adolescenza la base di una vita futura in salute. Lo sforzo è vedere, ad esempio, l’alimentazione sana non come un peso per l’impegno che richiede a livello familiare, in termini organizzativi e talvolta anche economici, ma come un investimento per un percorso di benessere che includa anche il movimento e l’attività fisica. Le chiavi del benessere psicofisico stanno tutte qui e non ci stanchiamo di ricordarle: pasti equilibrati, lunghe passeggiate meglio se nel verde, sport meglio se di gruppo”. Relativamente agli stili di vita, dal rapporto dell’OMS emerge anche che il 67% dei bambini italiani tra 6 e 9 anni va a scuola in macchina contro una media europea che si attesta attorno al 50%. L’Italia ha anche tra le percentuali più alte di bimbi che trascorrono almeno una media di 2 ore al giorno davanti alla televisione o agli schermi. Complessivamente nello studio europeo il 43% dei bambini di età compresa tra 6 e 9 anni trascorre in media almeno due ore al giorno guardando la televisione o utilizzando dispositivi elettronici. Nei fine settimana, più di tre quarti dei bambini (76%) trascorrono davanti allo schermo due o più ore al giorno. La percentuale di bambini che hanno questa abitudine varia dal 18% dell’Austria al 74% di San Marino, seguito proprio dall’Italia (72%) e dall’Estonia (64%).

“Noi pediatri – aggiunge Staiano – incoraggiamo i genitori o chi si prende cura dei bambini ad andare a piedi a scuola, tutte le volte che è possibile farlo. Muoversi a piedi nel quartiere, nel proprio Paese, nella propria zona di riferimento, inoltre, favorisce le relazioni tra pari e anche questa è una cosa positiva. Sugli schermi vorrei ricordare i contenuti di una raccomandazione che la Sip ha emanato nel 2018, ossia evitare smartphone e tablet prima dei due anni, durante i pasti e prima di andare a dormire, limitarne l’uso a massimo 1 ora al giorno nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni e al massimo 2 ore al giorno per quelli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni. L’altra sottolineatura è poi no al cellulare ‘pacificatore’ o ‘baby-sitter’ dei piccoli, si invece all’utilizzazione di applicazioni di qualità insieme ai genitori”. Fa colazione con cadenza giornaliera il 69,6% dei bambini dai 6 ai 9 anni, contro una media del 75% per i Paesi europei. Fretta al mattino e una lamentata mancanza di appetito da parte dei bimbi, vengono spesso addotti come motivazioni di uno scarso consumo, ma l’abitudine andrebbe incoraggiata. Per quanto riguarda il consumo quotidiano di frutta fresca la percentuale non raggiunge il 50% dei bimbi, per le verdure la situazione è ancora peggiore (31%). “La semplicità e i pasti cucinati a casa, specie con una importante componente vegetale che apporta ad esempio il giusto contenuto di fibre, sono invece la strategia anti-obesità migliore – conclude Staiano – questo vale anche per la colazione: meno brioche e merendine industriali, o succhi di frutta comprati, che è meglio sostituire con una spremuta o estratto di frutta senza zuccheri aggiunti”.

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