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15 Novembre 2024

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“Si dia più importanza allo sport paralimpico, per noi è vita”. L’appello della campionessa italiana di danze Gandolfo

di Anna Adamo


Quella di domenica è stata una giornata storica per gli appassionati siciliani di danze caraibiche. Si è, finalmente, tenuto il tanto atteso campionato regionale.
Un campionato diverso, speciale, che ha visto protagonisti anche ballerini con disabilità, pronti a dimostrare a tutti, nonostante abbiano avuto la possibilità di esibirsi,  ma non di gareggiare, data l’assenza di competitor disabili, che la disabilità sia solo negli occhi di chi guardi e soprattutto che, quando c’è passione, non vi sono ostacoli che tengano.
A parlarne è Roberta Gandolfo, già campionessa regionale, affetta da tetraparesi spastica, per la quale il ballo è quanto di più bello possa esserci nella sua vita, è ciò che le permette di sfogarsi, di essere libera insieme ai suoi coetanei, trascorrendo del tempo senza avvertire il peso della diversità, perché, come sempre ama dire: “lo sport è e deve essere per tutti”.

Cosa hai provato mentre danzavi e cosa ti ha lasciato la partecipazione a questo campionato?
Mentre ballavo ho avvertito un grande senso di leggerezza, anche perché accanto a me ho, come sempre, avuto Federico Montemaggiore, il mio ballerino, piccolo anagraficamente, ma immenso dal punto di vista umano. Inoltre, ho ballato su una canzone che ho sentito molto e questo ha fatto si provassi ancora più emozioni.
La partecipazione al campionato mi ha fatta sentire più vicina alle persone normodotate, perché la loro quotidianità è stata unita alla nostra e ciò ha contribuito ad annullare qualsiasi tipo di differenza

Perché, per le persone con disabilità, è importante fare sport?
Per noi persone con disabilità è importante fare sport, perché ci aiuta ad accettarci da un punto di vista fisico e mentale, ci permette di trascorrere del tempo con persone della nostra età e mettere da parte le disuguaglianze. Lo sport è e deve essere per tutti. Sono del parere che a prescindere dalla nostra condizione fisica, bisogna fare qualcosa che ci fa stare bene, anche solo per far ricredere tutti coloro i quali non credono in noi

Gli sport paralimpici sono spesso sottovalutati. Cosa, secondo te, si potrebbe e dovrebbe fare per far comprendere l’ importanza di questi ultimi?
È vero, purtroppo gli sport paralimpici sono molto sottovalutati e mi spiace dire che la danza sia la più sottovalutata di tutte. Per comprendere quanto tragica sia la situazione basta pensare al fatto che questa sarebbe dovuta essere una gara, ma abbiamo fatto solo esibizioni, perché qui in Sicilia non c’era nessuna scuola di ballo che avesse ragazzi disabili da mandare a concorrere insieme a noi. L’ unica scuola di ballo ad avere ragazzi disabili è quella che frequento io. Sarebbe opportuno si prendesse atto di tutto questo e si facesse il possibile per cambiare le cose entro il prossimo anno, in modo da trasformare le esibizioni di quest’anno in una vera e propria gara e permettere alle persone con disabilità di dedicarsi alla propria passione

Sei soddisfatta del modo in cui è andato il campionato o con il senno di poi ritieni che alcune cose sarebbero potute andare diversamente?
Sono molto soddisfatta del modo in cui è andato il campionato, anche perché la mia maestra ha fatto esibire anche altri ragazzi disabili della scuola ed è stato bellissimo vederli felici.
Ciononostante, qualcosa che vorrei cambiare c’è, ossia gli sguardi delle ballerine normodotate, le quali non credevano minimamente nelle nostre potenzialità. Ho visto sguardi di grande disprezzo che mi hanno amareggiata

Praticare danza ha contribuito a far si che migliorassi da un punto di vista fisico?
Assolutamente si, grazie alla danza riesco a muovermi in maniera più fluida. Se ho mobilità alle gambe lo devo proprio alla danza. Quando ballo, infatti, non provo dolore, ma solo felicità.

Come immagini il tuo futuro nel mondo delle danze paralimpiche e quali sono i tuoi obiettivi?
Non so cosa il futuro abbia in serbo per me, ma sono consapevole di essere in buone mani, quindi molto fiduciosa. So che insieme a Noemi, la mia insegnante, raggiungeremo grandi traguardi.
Spero di continuare a ballare insieme a Federico, Montemaggiore un grandissimo ballerino che sono certa farà tantissima strada,  perché è la mia colonna portante, mi fa sentire sicura, mi fa sentire normale nonostante la mia diversità, rendendo il tutto una meravigliosa realtà.

Cosa ti senti di dire a chi ancora oggi fa fatica ad attribuire allo sport paralimpico l’importanza che merita?
Come ho detto precedentemente, domenica noi ballerini con disabilità ci siamo solo esibiti, ma non abbiamo avuto la possibilità di gareggiare, perché in Sicilia oltre quella che frequento io non vi sono altre scuole che conferiscono ai ragazzi con disabilità la possibilità di praticare danza, quindi non avevamo competitor. Vorrei far sentire la mia voce e far si che questo non si verifichi più. Vorrei far capire a tutti che anche noi persone con disabilità abbiamo delle potenzialità, ma soprattutto un cuore e delle passioni che non ci possono negare.

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