Su Aboubakar Soumahoro si è scatenata una guerra mediatica, alimentata dalla ferocia giustizialista, ma il tema è un altro.
La sua elezione a parlamentare è figlia della logica che anima questa legge elettorale senza preferenze.
Si cercano ‘simboli’ sganciati dai territori, estranei alle preferenze.
Si racconta che nel foggiano circolavano voci e sospetti sulle attività delle cooperative dei familiari e su alcune sue iniziative.
Se tutto fosse vero Aboubakar Soumahoro avrebbe avuto difficoltà ad intercettare consensi. Con un’altra legge elettorale avrebbero scelto i cittadini, la selezione sarebbe nata dal basso.
Questa legge elettorale che prevede nominati mortifica le comunità, mina il diritto di scelta, rinuncia agli anticorpi.
Serve intervenire per evitare episodi così, per superare i paracadutati, per archiviare la stagione di quelli che scoprono alcuni luoghi solo in campagna elettorale, per trasformare i cerchi magici in materia per analisti e non più in fucina di classe dirigente.
I moralisti di questi giorni, da destra e sinistra, mettano mano alla legge elettorale. Tornando alle preferenze.